Geenna o non Geenna, un Nirta è nuovamente protagonista del malaffare in Valle d'Aosta. Mentre Bruno Nirta è a processo a Torino nell'ambito dell'inchiesta dei carabinieri e della Dda di Torino su una presunta 'ndrina aostana, che il 23 gennaio 2019 ha condotto in carcere 16 persone tra i quali noti e insospettabili esponenti politici locali, Questa volta ad essere nei guai è suo cugino Giovanni Nirta, decoratore aostano di 68 anni.
Lui se ne andava in giro per la città incurante dei divieti imposti per prevenire il contagio Coronavirus, ma la Finanza era in servizio per pizzicare i trasgressori. E così nel tardo pomeriggio di venerdì scorso è successo che proprio per via dei 'controlli coronavirus' Nirta e i finanzieri si sono incrociati. Lui a bordo di un'auto - condotta dal pluripregiudicato aostano Daniele Ferrari, 40 anni, coinvolto in diverse inchieste sullo spaccio di droga - che non si è fermata all'alt mentre percorreva una via di Aosta. Ma poco dopo l'auto è stata fermata da un'altra pattuglia in borghese e così, con sorpresa dei Baschi verdi, dopo una breve perquisizione personale Nirta e Ferrari sono stati arrestati per detenzione di droga ai fini di spaccio. Daniele Ferrari è stato trovato in possesso di circa mezzo chilo di eroina; nel corso di una successiva perquisizione, in un garage del Quartiere Dora nella disponibilità di Nirta è stato rinvenuto un secondo mezzo chilo dello stesso stupefacente oltre a migliaia di euro in contanti, pietre prezione e tre orologi di lusso.
Ieri il gip del Tribunale di Aosta Giuseppe Colazingari ha convalidato il fermo e negato i domiciliari richiesti dagli avvocati difensori.
L'avvio delle indagini
Dall'arresto è stato aperto un fascicolo per il quale, considerato lo spessore criminale dei due indagati, soprattutto di Nirta, come ha spiegato il tenente colonnello Francesco Caracciolo (foto a lato), Comandante del Gruppo Aosta delle Fiamme Gialle, gli inquirenti contano di poter ottenere sviluppi investigativi interessanti dalle indagini appena avviate. Nei prossimi giorni inizieranno a verificare i contenuti dei telefoni e dei pc sequestrati: gli investigatori voglio ricostruire la filiera di spaccio a partire dall'approvvigionamento dello stupefacente. E' improbabile che l'eroina possa essere stata acquistata di recente a Milano o a Torino (piazze di rifornimento abituali per gli spacciatori valdostani) considerata la quasi impossibilità di spostarsi da un luogo all'altro da ormai quasi un mese a causa del rigido contenimento della mobilità per l'emergenza Coronavirus. A meno che non abbia viaggiato su qualche mezzo di trasporto merci. E' quindi probabile che fosse custodita ad Aosta da tempo e che sia stata prelevata perchè pronta a essere venduta a qualche acquirente al quale tenteranno di risalire gli investigatori.
Ferrari è pregiudicato per reati legati agli stupefacenti e Nirta vanta un notevole curriculum criminale. Condannato nell’ambito dell’operazione 'Gerbera' dei carabinieri che hanno scoperchiato uno spaccio internazionale di stupefacenti con la Colombia, Nirta è stato sottoposto alla vigilanza speciale proprio in Valle d’Aosta fra il 2014 ed il 2018, misura restrittiva prevista per gli affiliati alle organizzazioni di tipo mafioso. Oltre a essere cugino di Bruno Nirta, Giuseppe è cugino anche dell'omonimo Giuseppe Nirta assassinato in Spagna nel 2017.
L'arresto quasi casuale
Venerdi scorso in una via del quartiere Cogne Ferrari e Nirta erano incappati in una pattuglia del 117 che stava fermando le auto per controllare le autocertificazioni dei conducenti. Ferrari, alla guida, ha dato gas ma non è andato lontano: la sua vettura è stata fermata da una seconda pattuglia di finanzieri in borghese che hanno poi condotti i due in caserma.
Perquisiti entrambi, da una tasca della giacca di Ferrari è uscito un panetto da mezzo chilo di eroina. Durante le seguenti perquisizioni domiciliari, a casa di Nirta sono poi stati sequestrati altri 500 grammi di eroina, migliaia di euro in contanti, 59 zaffiri per un valore tra i 24.000 ed i 42.000 euro e tre orologi, tra cui un Omega in oro ed un Rolex Daytona che, se originale, avrebbe un valore di circa 35.000 euro. Il valore di mercato della droga sequestrata è di circa 50.000 euro.