“Tenuto conto dell’ampiezza e della ramificazione del fenomeno – spiega Salvatore Addario, presidente di Cna Valle d'Aosta - appaiono meritevoli ma insufficienti singole azioni, come l’inasprimento delle sanzioni. E’ necessaria una strategia a 360 gradi, che assicuri la certezza delle pene e comprenda dal coordinamento dei controlli, anche a livello internazionale, all’utilizzo di strumenti innovativi che favoriscano la tracciabilità senza appesantire il carico burocratico delle imprese, soprattutto di artigiani e piccole imprese”.
Di fronte ai componenti della commissione Giustizia della Camera CNA ha segnalato la necessità che il sistema di tracciabilità e di etichettatura tenga conto della dimensione dell’impresa e delle caratteristiche dei prodotti. CNA ritiene, inoltre, che vada migliorata la proposta di istituire un marchio “100 per 100 Made in Italy”: deve tenere conto del bisogno che hanno le imprese di approvvigionarsi di materie prime irreperibili in Italia.
"Da ultimo – conclude la nota – CNA ha evidenziato l’esigenza di agire in sintonia con l’Unione europea, chiamata a definire un quadro regolatore più stringente in tema di tracciabilità dell’origine dei prodotti, il cosiddetto Made in”.