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ECONOMIA | 01 aprile 2019, 11:14

Sindacati pensionati valdostani in piazza contro i tagli a pensioni e servizi

Sindacati pensionati valdostani in piazza contro i tagli a pensioni e servizi

Si mobilitano i sindacati valdostani dei pensionati. Le segreterie regionali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil e Savt annunciano infatti l'avvio della mobilitazione dei pensionati per protestare contro la totale mancanza di attenzione nei loro confronti da parte del governo. 

“L'unica misura messa in campo - denunciano i sindacati - è stata quella del taglio della rivalutazione, che partirà da oggi lunedì 1 aprile e, a cui si aggiungerà un corposo conguaglio, che i pensionati dovranno restituire nei prossimi mesi”. 

"La tanto sbandierata pensione di cittadinanza invece  - proseguono - finirà per riguardare un numero molto limitato di persone e non basterà ad affrontare il tema della povertà. Nulla è stato previsto inoltre sul fronte delle tasse, che i pensionati pagano in misura maggiore rispetto ai lavoratori dipendenti, e tanto meno sulla sanità, sull'assistenza e sulla non autosufficienza, che sono temi di straordinaria rilevanza per la vita delle persone anziane e delle loro famiglie e che necessiterebbero quindi di interventi e di risorse. Una montagna di bugie e si sa che le bugie hanno le gambe corte, infatti, l’INPS, che a gennaio aveva aumentato le pensioni applicando la normativa vigente (concordata con le organizzazioni sindacali), ad aprile le ridurrà in applicazione della legge di bilancio del governo giallo-verde". 

Le riduzioni riguarderanno tutte le pensioni superiori a 1.540 euro lordi. Il taglio è consistente, si tratta di circa 3,5 miliardi di euro per i tre anni previsti ma avrà effetti permanenti sulle pensioni, per quasi un miliardo all’anno per gli anni successivi. Il taglio del governo (come la Fornero) ha effetti moltiplicatori e colpisce in particolare le pensioni con piena contribuzione da lavoro. 

Quei tagli vanno ben oltre 'qualche centesimo' - affermano le sigle - il governo chiede all’Inps di spostare a giugno le trattenute di quanto pagato in più nei primi tre mesi. Come dire 'rimandiamo tutto a dopo le elezioni Europee'. Oltre al danno, la beffa". Concludono i sindacati Spi, Fnp,Uilp e Savt: “Il governo si è dimostrato del tutto sordo alle rivendicazioni e alle necessità dei pensionati italiani, accusati addirittura di essere degli avari per aver osato protestare a fine dicembre contro il taglio della rivalutazione. La loro mobilitazione è quindi necessaria e non più rinviabile.”

Tre grandi assemblee sono in programma il prossimo 9 maggio a Padova, Roma e Napoli e una manifestazione nazionale il 1° giugno in piazza del Popolo a Roma.

red. eco.

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