"Wai’tukubuli (ovvero , la Dominica!) si trova davvero all’incrocio della storia. Ma è, prima di tutto, un luogo in cui una storia si è definitivamente consumata". Arthur Maggioni, sociologo che insegna presso una prestigiosa Università europea e che svolge da sempre una intensa attività di studio, è un intellettuale atipico. Negli anni ha elaborato un suo particolare pensiero sulla fine della coltivazione della canna in quel di Roseau; «pensiero tutto suo», su una realtà della Repubblica caraibica nell’ambito Commonwealth ormai votata all’ecoturismo - e ai forti export di essenze, banane e patchouli - situata a una trentina di chilometri a sud della Guadalupa.
Quale storia si è consumata?
Un pezzo di storia del Diciottesimo secolo inglese. Con l’insediamento dei coloni britannici (1763) provenienti dalle isole vicine, si realizzava l’introduzione dell’orgoglio dolce della canna da zucchero e all’apogeo del sec. XVIII, si potevano contare diversi mulini a vento funzionanti per macinare il culmo (fusto o stelo) della pianta erbacea. Ghiotta opportunità per un abbozzo d’industrializzazione e d’emancipazione; poi…
Che cosa era Dominica nel “Diciottesimo”?
Al boom delle esportazioni dello zucchero, si aggiungeva quello del caffè. Imponenti fortezze e difese importanti, come quelle di Fort Shirley, Cashacrou e Fort Young (oggi hotel), tennero abbastanza alla larga dall’Isola i numerosi nemici di questa Terra-emersa Sopravento; tra l’altro unico spicchio dei Caraibi orientali a conservare una sparuta comunità di stirpe precolombiana - gli indigeni Caribi - che vivono in una piccola porzione della costa orientale.
Il wide-body della British decollato da Londra e diretto a Barbados vola già da due ore. Ce lo immaginiamo. Il pranzo è già stato servito. Tanti dormicchiano, qualcuno legge, chi guarda un film, le mamme che cercano di tenere occupati i figli più piccoli. Il viaggio è ancora lungo, mancano circa sei ore all’atterraggio; dopodiché ci sarà il cambio-aereo per la destinazione finale…
Sul jet giornaliero verso i Caraibi, un docente di turno o un solerte tour leader, può raccontare le Antille secondo umore o interpretazione.
Dominica, “isola della Natura” e del settore finanziario offshore, fa parte dei Paesi «in evoluzione» dove la valuta locale è l’Eastern Caribbean Dollar, anche se è con il dollaro americano che si pagano le tasse in partenza dai due aeroporti isolani o il noleggio di una barca al Dominica Yacht Services. «Chi è interessato ad avventurarsi fuori dagli itinerari più battuti - avvertono alla Waitukubuli Tours - , potrà trovare nell’ecoturismo un must davvero soft tra la vegetazione fitta di Laudat, Cochrane, Old Mill… », ma nella pianta a scacchiera di Roseau, la capitale, non si dovrà indugiare sull’arte gastronomica dello street food, senza dimenticare gli acquisti di frutta esotica nei mercatini notturni, posti splendidi dove sarà bello perdersi nel caos calmo aromatizzato alle spezie delle Indie Occidentali.
A proposito: da queste parti Colombo vi approdò il 3 novembre 1493, nello stesso giorno in cui egli avvistò la Guadalupa. Era di domenica, da cui il nome …
… per il resto: arene di sabbia, scogliere, coste rocciose e tormentate, palme da cocco, candidi pellicani, velieri e una simpatica atmosfera.
Ma se tutto sommato Roseau può essere una scuola di vita, quotidiana iniezione di ottimismo e fiducia nel futuro, Portsmounth (la seconda città del Paese) - tutta storia di un certo rilievo, indios Caribi, conchiglie, mangrovie, attracchi per le bananiere e battelli a fondo piatto per ammirare gli splendidi fondali - può far sentire il turista un po’ Robinson Crosue sulla via dell’Indian River o dei coralli di Douglas Bay.
A Dominica - isola del relax e di distrazioni essenzialmente di natura sportiva e naturalistica, oltre che di riscoperte ancestrali e scienze alimurgiche - non si dovranno perdere il belvedere di Roseau-Morne Bruce o di Soufrière Bay-Fort Cashacrou «da lassù i kitesurf e le vele e le tavole paiono fiori colorati sparsi su una tovaglia turchese», senza dimenticare i Giardini botanici e la Cattedrale cattolica (Turkey Lane) della capitale, Old Market Place e la distilleria degli impareggiabili rum “Bois Bandè” , “Soca Light”, “Red Cap” e “Soca Gold” , cercando il Dominica Museum e poi il Papillote Wilderness Retreat, con ristorante circondato da bei giardini, da dove si potrà optare per le Cascate gemelle: salto di sessanta metri (rispettivamente) d’acqua calda e d’acqua fredda. Memorabili…
Tra rampicanti di Passiflora edulis - i cui frutti portano il nome di maracuja, “passion fruit” per gli anglofili - , alberi di uva de playa (Coccoloba uvifera) e alberelli di jacaranda, jacarande bebè coperte di fiori celeste violaceo, campi di alberi del pane, agrumi e ananas…anche così apparirà come in un sogno Dominica: isola di montagne frastagliate, foreste pluviali, fiumi (oltre trecento!) e quasi altrettante cascate e sorgenti termali…
Notizie in valigia
Documento di frontiera. Passaporto individuale con validità di almeno sei mesi dal momento dell’arrivo nel Paese.
Come arrivare. In aereo, con British Airways, da Londra-Gatwick a Barbados; quindi con LIAT direttamente al Dominica-Douglas Charles Airport, ex Melville Hall Airport.
Dove mangiare e dormire. A Roseau: La Flamboyant Hotel ; a Roseau Valley : Cocoa Cottages.
Gastronomia. A volte speziata, ricca di molluschi, crostacei e pesci, vanta salse sublimi (anche di origine indiana) e piatti di riso al curry particolari. Chiedere specialità a basi di callaloo (foglie di taro; mitica l’omonima zuppa) e assaggiare il famoso Pineapple upside down cake (dolce d’ananas e cannella), sorseggiando in allegria l’aromaticissimo Dominica rum punch con succo di lime, noce moscata e angostura. Ottima la frutta fresca e il rum, bianco o scuro.
Richiami turistici. A Roseau: gli edifici coloniali in pietra, Dawbiney Square, i negozi d’artigianato di Cork Street, il mercato ortofrutticolo e il sonnolento agglomerato urbano. Oltre la capitale: le Trafalgar Falls, il Carib Territory, il pappagallo sisserou verde e marrone, le sorgenti solforose, le fumarole vulcaniche, Freshwater Lake, i picchi avvolti nelle nuvole, la spettrale foresta dei Trois Pitons soffocata da muschi e licheni, le spiagge di Hampstead e di Hodges Bay, i sentieri escursionistici, i geyger e le piante epifite, la raccolta guidata di cibi spontanei, i percorsi di montagna, l’avvistamento delle balene , le tipiche-rurali, casettine colorate e i paesaggi incantevoli. Snorkeling mozzafiato in località Champagne.
Acquisti. Coperte tessute a mano, abiti di stile tropicale, panieri intrecciati e oggetti con incrostazioni di conchiglie. Cd di musica reggae, racconti di Jean Rhys e collezioni complete di francobolli colorati.
Info. Discover Dominica Authority, P.O. Box 293, Roseau, Dominica, tel. 001.767.4482045; a Stoccarda, Germania, tel. 00 49. 711. 26346624.