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ECONOMIA | 28 dicembre 2025, 13:53

La Valle d’Aosta che costa più di quanto rende

Direttivo Avcu

Direttivo Avcu

Come associazione valdostana dei consumatori siamo fortemente preoccupati per una situazione che, giorno dopo giorno, fa sentire sempre di più il peso del costo della vita.

C’è un paradosso che si arrampica sulle montagne valdostane con l’agilità di uno stambecco: vivere in Valle d’Aosta costa come abitare in un elegante quartiere alpino svizzero, ma si guadagna come in una provincia italiana qualunque. Un equilibrio perfetto, se l’obiettivo è far scivolare lentamente le famiglie verso la vulnerabilità economica.

Gli affitti ad Aosta parlano chiaro: 600–750 euro per un monolocale in centro, 700–1.000 euro per un trilocale. Numeri che farebbero arrossire molte città di pianura, ma qui si aggiunge un dettaglio climatico tutt’altro che trascurabile: il riscaldamento che, in una regione dove l’inverno dura quanto una legislatura, pesa come un macigno.

Le stime più realistiche (ma forse dovremmo dire ottimistiche) parlano di 1.200–1.800 euro l’anno, a cui si sommano 200–350 euro di spese condominiali. Insomma, prima ancora di aprire il frigorifero, il portafoglio è già in ipotermia.

Nel frattempo, secondo quanto riportato da Gazzetta Matin su dati INPS, la Valle d’Aosta vanta gli stipendi privati più bassi d’Italia. Una medaglia che nessuno vuole appuntarsi, ma che pesa terribilmente. Qui la matematica fa satira da sola: se il costo della vita resta alto e gli stipendi restano bassi, l’unica cosa che cresce è la distanza tra chi ce la fa e chi arranca.

Non è un caso se i report regionali e universitari parlano di povertà in aumento, soprattutto tra famiglie numerose, monoreddito e anziani soli. Una fotografia nitida: la regione più piccola d’Italia, con un PIL pro capite da cartolina, nasconde sacche di fragilità che non compaiono nei dépliant turistici.

Certo, ANSA ci rassicura: nel 2024 la Valle d’Aosta è stata la seconda regione meno cara d’Italia per aumento del costo della vita. Un titolo che suona bene, finché non si ricorda che “meno caro” non significa “economico”: significa soltanto che l’impennata è stata più lenta. È come vantarsi di essere l’ultimo a cadere in una gara di braccio di ferro contro l’inflazione.

Il risultato è un territorio dove:
• la casa costa come in Trentino;
• il riscaldamento come in Norvegia;
• gli stipendi come nel Sud;
• e la povertà cresce come un’erbaccia che nessuno vuole vedere.

La Valle d’Aosta continua a presentarsi come un piccolo paradiso alpino, ma per molti residenti il paradiso ha un prezzo che non coincide più con il reddito. E quando il costo della vita supera la vita stessa, resta una sola domanda: quanto può reggere una comunità quando il suo equilibrio economico è appeso a un filo più sottile di una funivia?

Come associazione rivolgiamo questa domanda a chi governa, a partire dal presidente della Giunta e del Consiglio regionale, ai consiglieri e a tutti i sindaci che hanno il polso della situazione dei loro concittadini.
Voi che avete l’onore di ricoprire cariche istituzionali, voi che – come si dice – siete al servizio della comunità: potete davvero garantire che non ci sia povertà tra i nostri monti? ((dati elaborati da fonti come Numbeo, ANSA, Gazzetta Matin, ISTAT)

Associazione Valdostana Consumatori (AVCU)

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