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50 & più per il sociale | 01 agosto 2024, 08:00

Ipsos, gli under 30 guardano all’estero per trovare lavoro

L’ultima indagine Ipsos realizzata per la Fondazione Raffaele Barletta ha messo in luce che i ragazzi della Generazione Z sono pronti a mettersi in gioco, ma hanno smesso di credere che il loro Paese gli possa garantire un futuro

Ipsos, gli under 30 guardano all’estero per trovare lavoro

In cerca di un futuro migliore, disincantati e senza timore di partire. Gli under 30 italiani cercano lavoro, anche se è necessario emigrare. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Ipsos per la Fondazione Raffaele Barletta su un campione di 1.200 adulti con meno di trent’anni. L’85% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di mettere in conto la possibilità di trasferirsi lontano da casa (il 18% restando in Italia, il 32% nella propria regione, il restante 35% all’estero).

Chi parte e quanto si guadagna

Fra il 2008 e il 2022, sono partiti per lavorare in un altro Paese 525mila giovani, e di questi solo un terzo è tornato in Italia. A lasciare il nostro Paese sono soprattutto i laureati: il 4% degli occupati a un anno dal conseguimento del titolo e il 5,5% di quelli a cinque anni, oggi lavora all’estero. Di questi, il 70% esclude la possibilità di fare ritorno a casa.

I laureati di secondo livello che vanno a lavorare all’estero percepiscono in media il 56,1% in più di stipendio, rispetto a chi resta in Italia, con una media di 2.174 euro netti al mese contro i 1.393 del salario nazionale. Dopo cinque anni, la differenza cresce del 58,7%.

Invecchiamento della popolazione e occupati all’estero

Il problema assume dimensioni consistenti se si pensa che le persone in età lavorativa in Italia sono in diminuzione: nel 2040 saranno 5,4 milioni in meno, nonostante l’afflusso dall’estero di circa 170mila persone all’anno. Tra l’altro l’Italia vive uno squilibrio di forza lavoro fra Nord e Sud, perché il settentrione riesce a compensare le uscite con i giovani provenienti dal Mezzogiorno, ma al contrario il meridione subisce solo la perdita.

Solo un under 30 su dieci consiglierebbe l’Italia per il lavoro

I dati suggeriscono che  bisogna attuare strategie nuove per trattenere i talenti in Italia, con un ambiente dove garantire ai giovani la possibilità di fare impresa, avvicinandosi alle altre realtà europee, oltre a renderli più consapevoli delle possibilità a livello nazionale. Dall’indagine emerge che un giovane italiano consiglierebbe il nostro Paese principalmente per la cultura e lo stile di vita, ma solo uno su dieci si sentirebbe di raccomandarlo per il lavoro.

Ilaria Romano 50&più

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