Di recente, in un'intervista con Andreas Thonhauser, capo ufficio di Roma di EWTN, ha parlato dei preparativi del Giubileo 2025 e del perché è importante prepararsi al giubileo pregando come pellegrini della speranza.

L'arcivescovo Fisichella, 72 anni, spiega anche le sfide in un contesto di declino del cristianesimo e di crisi della fede in Occidente, e la speranza che sta nascendo dalla Chiesa cattolica in Africa e in Asia.

Eccellenza, lei è responsabile della preparazione e dell'organizzazione del Giubileo 2025. Come procedono le cose?

Le cose vanno bene. Dobbiamo aspettare qualche settimana per il primo evento ufficiale del Giubileo, ma devo dire che la preparazione è a buon punto. È complicato perché vorrei che più persone si impegnassero, che non fosse solo qualcosa che viene dal dicastero, visto che il giubileo è un evento popolare, qualcosa del popolo. È la nostra gente che ama fare un'esperienza spirituale come questa. Per questo motivo, il mio desiderio è di avere persone di diverse associazioni, movimenti, parrocchie, sacerdoti, vescovi, laici tutti impegnati nella preparazione.