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Info consumatori | 24 maggio 2024, 10:22

Caso Citroën migliaia di automobilisti in crisi

In totale sono 605.772 i veicoli interessati in una ventina di Paesi dell'Europa meridionale, del Medio Oriente e del Nord Africa

Caso Citroën migliaia di automobilisti in crisi

La recente campagna di richiamo avviata da Citroën per gravi problemi agli airbag , prodotti dalla società Takata"dei modelli C3 e DS3 continua a generare un caos tra gli automobilisti e dissensi da parte delle associazioni di consumatori che denunciano l’accaduto.  La campagna, che interessa oltre 605mila veicoli prodotti tra il 2009 e il 2019, è stata avviata a causa di problemi al sistema di gonfiaggio degli airbag.

Le sostanze chimiche contenute negli airbag difettosi potrebbero aumentare il rischio di rottura con gravi conseguenze in caso di incidente. Recentemente i proprietari sono stati invitati da Citroën a compilare un form online per il richiamo e a non utilizzare i veicoli fino alla riparazione, creando un dilemma per molti automobilisti.

La mancanza di ricambi disponibili - sottolinea in una nota Federconsumatori - obbliga i proprietari a lasciare le auto ferme in attesa delle riparazioni: Molti automobilisti si trovano di fronte a un dilemma: lasciare le proprie auto ferme, rischiando disagi e costi aggiuntivi, oppure mettersi al volante di veicoli potenzialmente non sicuri .Purtroppo  questa assurda situazione  non vede un percorso di auto sostitutiva data dal concessionario , ma una prospettiva per  l’automobilista di pagare di tasca sua una macchina a noleggio  con un costo settimanale molto alto. Il percorso di sostituzione dell’airbag si sta dimostrando lunghissimo ormai si parla di fine 2024 con nessuno garanzia che questa data sia rispettata.

In totale sono 605.772 i veicoli interessati in una ventina di Paesi dell'Europa meridionale, del Medio Oriente e del Nord Africa.

Nel dettaglio, il richiamo riguarda 497.171 Citroen C3 e 108.601 DS3, tutti “modelli prodotti” nella decade passata, “tra il 2009 e il 2019”, ha indicato un portavoce della marca francese afferente a Stellantis. 

Le sostanze chimiche contenute in questi dispositivi di gonfiaggio potrebbero deteriorarsi nel tempo, esponendo guidatore e passeggero al rischio di rottura del dispositivo di gonfiaggi dell’Airbag con una forza eccessiva in caso di incidente, in grado di provocare gravi lesioni o morte.” – riporta la nota ricevuta da molti automobilisti.

Torna così prepotentemente d’attualità l’incubo degli airbag difettosi prodotti dal costruttore giapponese Takata, che proprio a causa dei continui malfunzionamenti dei suoi dispositivi era stato costretto a dichiarare bancarotta nel 2017.

Una chiusura con strascichi anche in tempi ben più recenti, se si considera che Ford ha comunicato alla fine del mese di febbraio ’23 alla National Highway Traffic Safety Administration che stava richiamando 100.000 vecchi pickup Ranger per dare ai suoi tecnici la possibilità di sostituire correttamente gli airbag Takata.

E prima, nel settembre 2021 il quotidiano tedesco Der Spiegel aveva riportato che l’ente federale Usa dei trasporti NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration) aveva aperto un’ulteriore indagine su più di 30 milioni di vetture costruite tra il 2001 ed il 2019 equipaggiate con i tristemente noti airbag a rischio. Si trattava di mezzi di marche di lusso, come pure di costruttori generalisti, che non avevano responsabilità diretta nella vicenda, come Porsche, Jaguar Land Rover, Ferrari, Tesla, Bmw, Chrysler, Daimler, Ford, GM, Nissan, Mazda, Subaru e Toyota.

A gennaio 2020, poco prima dello scoppio della pandemia di Covid-19 (motivo per il quale la notizia passò inosservata) si scoprì che il nitrato di ammonio utilizzato come esplosivo per l’espansione del cuscino d’aria subiva modifiche a causa di umidità e temperature elevate, provocando di fatto uno scoppio molto più forte al punto da “sparare” componenti metalliche nell’abitacolo e ferire i passeggeri. Ecco perché attualmente il marchio tedesco sta privilegiando i richiami dei veicoli consegnati in “Paesi caldi, come per esempio il Sud America”. L’ultimo caso? Nel marzo del 2023 un richiamo aveva riguardato Volkswagen.

Federconsumatori parla di “vicenda che ha dell’inverosimile, di fronte a cui troviamo del tutto scorretto e irrispettoso che le aziende non si affrettino a porre rimedio, rendendo disponibile con la massima urgenza il pezzo di ricambio indispensabile per rimette in circolazione, in sicurezza, i veicoli interessati dal richiamo”.

Per fare chiarezza e sollecitare un intervento tempestivo di Citroën e DS Automobiles, Federconsumatori nazionale ha chiesto loro un incontro urgente, al fine di rappresentare le preoccupazioni dei clienti, esponendo loro l’entità ingente dei danni che la mancata possibilità di circolazione sta causando ai cittadini interessati. Sarebbe doveroso provvedere quantomeno al noleggio gratuito di vetture sostitutive o alla rifusione degli eventuali costi sostenuti dall’utente a tal fine.

Bruno Albertinelli

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