AGENDA DEL VESCOVO DI AOSTA MONS. FRANCO LOVIGNANA
Domenica 5 febbraio
Cattedrale - ore 18.00
S. Messa per la Giornata della Vita
Lunedì 6 febbraio
Casa parrocchiale della Cattedrale - fine mattinata
Incontro con il Clero cittadino
Martedì 7 febbraio
Vescovado - mattina
Udienze
Mercoledì 8 febbraio
ore 8.45-12.45
Riunione in videoconferenza del Comitato CEI per la valutazione
dei progetti di intervento a favore dei beni culturali ecclesiastici e dell’edilizia di culto
Vescovado - pomeriggio
Udienze
Giovedì 9 febbraio
Andrate - mattino
Incontro con i Sacerdoti giovani della Diocesi di Ivrea
Venerdì 10 febbraio
Chiesa parrocchiale di Saint-Oyen - ore 10.30
S. Messa per la Professione Solenne di Sr Esther Maria o.s.b.
Sabato 11 febbraio
Cattedrale - Pont Suaz - ore 6.00
Pellegrinaggio mensile a N.-D. de Pitié
Domenica 12 febbraio
Santuario dell’Immacolata - ore 14.30
Rosario e S. Messa per la celebrazione diocesana
della Giornata del Malato
Lunedì 13 - venerdì 17 febbraio
Ars-Sur-Formans / La Providence
Esercizi spirituali del clero
Lunedì 20 febbraio
Seminario - ore 9.30-13.00
Riunione del Consiglio dei Vicari
Martedì 21 febbraio
Vescovado - mattino
Udienze
LE MESSAGER RICORDA saint Gilbert
La Chiesa celebra San Gilberto di Limerick Vescovo
Nulla si sa della prima parte della vita di questo vescovo di Limerick, né se fu di origine danese o irlandese. Una parte della sua vita trascorse certamente fuori d'Irlanda, poiché sappiamo che fu a Rouen tra il 1103 e il 1106, durante l'esilio di Anselmo d'Aosta, arcivescovo di Canterbury (v ). Poco dopo Gilberto fu eletto vescovo di Limerick e scrisse ad Anselmo (1107) congratulandosi con lui per la fine delle sue controversie con i magnati normanni in Inghilterra, inviandogli un "povero piccolo dono" di venticinque pietre preziose di vario tipo ("munusculum paupertatis meae et devotionis transmitto, viginti quinque margaretulas inter optimas et viliores").
Anselmo gli rispose affettuosamente ringraziando "il vecchio amico" che era stato con lui a Rouen, congratulandosi per la sua elezione e sollecitandolo a lavorare per l'introduzione degli usi romani nella vita ecclesiastica irlandese.
Il male che piú affliggeva la Chiesa in Irlanda, come altrove, era, in quel tempo, la laicizzazione che, nell'isola, aveva assunto la forma del decadimento delle chiese monastiche le quali, in gran parte, avevano finito per divenire delle istituzioni secolari. Il matrimonio degli ecclesiastici, chierici e monaci, e l'attrattiva delle proprietà della Chiesa rappresentavano forze di secolarizzazione che agivano in Irlanda come nel continente.
Tuttavia, sin dal tempo in cui Gilberto divenne vescovo di Limerick, il movimento di riforma gregoriana aveva compiuto qualche progresso nell'isola e si era tenuto un sinodo di riforma a Cashel nel 1101 sotto la presidenza del legato Maelmuire O'Dunain, vescovo di Meath. S. Anselmo si era tenuto in contatto con queste correnti di riforma sin dalla sua elezione a Canterbury nel 1093 e non sembra esservi dubbio che le influenze anglo-normanne, quale l'amicizia tra Anselmo e Giacomo, giovarono a questi primi tentativi di portare l'Irlanda in linea con il resto della Chiesa.
Seguendo le esortazioni di Anselmo, pare che Gilberto fosse divenuto uno dei capi della riforma ed avesse scritto un Liber de statu ecclesiae che può considerarsi come il programma del partito riformatore. Dopo una prefazione (De usu ecclesiastico) in cui stabilisce l'uso canonico o romano di recitare le ore, descrivendo l'uso irlandese come scismatico, Gilberto prosegue pro ponendo al clero irlandese un'adeguata organizzazione della Chiesa sotto il papa, i primati, gli arcivescovi, i vescovi e i preti.
Il sole sorge alle ore 7,56 e tramonta alle ore 17,31.
“Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì all’incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza. Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d’animo”. (Papa Francesco)