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Il rosso e il nero | 19 settembre 2020, 09:00

DEI DELITTI E DELLE PENE (1)

DEI DELITTI E DELLE PENE (1)

Si sa, una sentenza di primo grado non dice sempre tutta la verità e almeno fino alla Cassazione vige (ancora?) la presunzione di innocenza degli imputati. Ma la recente sentenza di Aosta (Geenna) pone una serie di problemi la cui soluzione può essere determinante per un "vivere civile" degno di questa espressione.

Nel caso di specie va fatta, per esempio, una premessa a proposito del reato di "concorso esterno in associazione di stampo mafioso".

Siamo in presenza non di un reato specifico previsto dal codice penale, "nulla poena sine lege", nel senso che non si può infliggere ad alcuno una sanzione penale non espressamente prevista dalla legge.

Ma il concorso esterno in associazione mafiosa, si sa, è il frutto di una sofisticata elaborazione giurisprudenziale consolidata dalla Corte di Cassazione, che, mettendo insieme l'articolo 110 del codice penale (concorso generico nella commissione di un reato) con l'articolo 416 bis del codice penale (associazione per delinquere di stampo mafioso) ha reso punibile anche il concorso esterno in associazione mafiosa (di solito due più due fa quattro, ma a volte anche cinque).

Siamo in presenza, cioè, di una giurisprudenza creativa di figure di reato non espressamente previste dal codice penale.

Tant'è e bisogna prenderne atto, ma questa premessa andava fatta per ben comprendere il contesto in cui si è sviluppata la controversia giudiziaria.  (continua)

Romano Dell'Aquila

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