Nel ribadire l’importanza di un gesto di solidarietà da parte di tutto il settore pubblico a vantaggio di lavoratori e famiglie in difficoltà economica, Cgil, Cisl, Uil Funzione Pubblica stanno prendendo contatti con il Banco Alimentare/Protezione Civile "per permettere a tutti i dipendenti pubblici di devolvere un’ora del loro lavoro, senza incidere in modo pesante sulla retribuzione, a favore di chi è meno fortunato".
Spiegano così le ragioni per le quali non concordano sul destinate il Fondo Aziendale per il welfare "riservato ad un uso specifico contrattuale" a inziative di solidarietà e che non può essere destinato a fare solidarietà.
"L’iter per la fruizione di detto fondo, da destinare a benefici di natura assistenziale e sociale, non ha ancora avuto conclusione e, pertanto spiegano i un nota Cgil, Cisl e Uil - quei soldi non possono che rimanere all’interno del fondo e nessuno può entrarne in disponibilità, tantomeno un’organizzazione sindacale benché firmataria del contratto".
Condividendo l’importanza di un gesto di solidarietà da parte dei dipendenti pubblici in questo momento di emergenza, dove ci sono categorie di lavoratori, con le loro famiglie, che versano in situazioni di difficoltà a causa della crisi economica, le OO.SS. tutte (compreso il SAVT) avevano iniziato un confronto su cosa e come sarebbe stato opportuno mettere in campo.
"L’ipotesi di utilizzo del fondo del welfare aziendale - si legge nella nota - non era stata condivisa perché non sono somme nelle disponibilità del sindacato. Pertanto, l’invito del SAVT alle 'organizzazioni sindacali rappresentative del comparto unico ed i lavoratori tutti ad esprimersi in merito validando la bontà della proposta' con l’auspicio di rimuovere '“eventuali ostacoli di natura burocratica', non di competenza sindacale, non ci sembra coerente e corretto da parte di chi le norme le dovrebbe conoscere, rispettare e applicare".