Potranno essere restituiti al proprietario i due cancelli posti sotto sequestro da novembre in una villa a Saint-Vincent, purché siano rimossi definitivamente i simboli che secondo gli inquirenti si rifanno al nazismo e alla shoah.
Lo ha deciso il sostituto procuratore di Aosta Francesco Pizzato, accogliendo la richiesta di Fabrizio Fournier, di 54 anni, di Saint-Vincent, indagato per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.
I simboli - per la procura un'aquila nazista e i triangoli usati sulle divise degli internati - possono quindi da oggi essere rimossi da un fabbro, purché sotto la supervisione della Digos. A gennaio il tribunale di Aosta aveva respinto l'istanza di dissequestro presentata da Fournier, per il quale quegli artefatti sono soltanto simboli "esoterici".
A "prescindere dalle intenzioni dell'indagato" - avevano scritto i giudici - quei cancelli hanno "intrinseca natura e funzione" di "diffondere pubblicamente ideologie negazionistiche e criminologiche nel senso voluto dalla norma penale".