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CULTURA | 24 gennaio 2018, 11:00

Al Savt VdA il prof Aurelì Argemì ha spiegato la 'questione catalana'

Da sn Joel Farcoz, Aurelì Argemì e Guido Corniolo

Da sn Joel Farcoz, Aurelì Argemì e Guido Corniolo

La sala conferenze del Savt ha ospitato, nel pomeriggio di martedì 23 gennaio, la conferenza -dibattito 'Catalogna: quale futuro per l'indipendentismo catalano?.    

La conferenza e’ stata tenuta dal Professor Aurelì Argemì, Presidente Emerito del Centro Internazionale Escarré per le Minoranze Etniche e Nazionali (CIEMEN) di Barcellona. Alla conferenza e’ intervenuto Il Presidente del Consiglio Valle, Joël Farcoz, secondo cui “in Valle d’Aosta sussiste vivo interesse per la Catalogna in quanto entrambi i popoli sono espressione di minoranze linguistiche desiderosi di autodeterminazione e autogoverno“.

“La questione della Catalogna e’ ancora attualissima -ha spiegato il segretario del Savt, Guido Corniolo - perché più di sette milioni di persone si sono recate volontariamente e pacificamente alle urne per esprimere la loro volontà“.

“Sulla crisi catalana - ha esordito il professor Aureli Argemi - l'unico punto fermo è che i catalani hanno votato il nuovo Parlamento, il vecchio era stato sciolto dal Governo di Madrid e gli ex ministri catalani quasi tutti arrestati.

Alle elezioni del 21 dicembre scorso, volute dal primo ministro spagnolo Rajoy, è stata confermata la vittoria dell'area indipendentista catalana. Il dibattito interno ai partiti indipendentisti catalani se andare a votare o no è stato aspro e difficile ma alla fine hanno accettato le elezioni e anche se in ordine sparso, le hanno vinte. Oggi è un momento cruciale per il percorso indipendentista: si deve decidere se staccarsi dallo stato spagnolo o rimanere parte integrante dello stesso".

La crisi catalana è fatta però esclusivamente di interrogativi senza nessuna certezza. Quale sarà la nuova composizione del nuovo Governo del Parlamento catalano?La vittoria degli indipendentisti e la sconfitta del primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, a cui il Presidente “in esilio” catalano, Puigdemont, ha già chiesto di accettare la volontà degli elettori, mette Madrid in una situazione politicamente difficile. Rajoy accetterà questa sconfitta politica?

I relatori sono convenuti sul fatto che, ha sottolineato Argemì, "la sospensione dell’autonomia catalana, fino ad oggi, è avvenuta senza feriti ne scontri di piazza e le elezioni hanno dimostrato ancora una volta la grande responsabilità civile dimostrata da tutto il popolo catalano. Anche se è evidente la spaccatura tra chi vuole restare sotto il Governo spagnolo e chi crede nella nuova Repubblica catalana".

"Se il Governo centrale spagnolo forzerà la mano con nuovi arresti e nuove sanzioni - ha ribadito Argemì - gli indipendentisti potranno facilmente sostenere che Madrid vuole far tacere i leader secessionisti contro il risultato espresso dalle urne.                      Oggi si presentano una serie di interrogativi ai quali al momento non è possibile dare risposte. Queste domande più importanti: Quale futuro per la comunità catalana: l’indipendenza della Catalogna non sarà una realtà per molti decenni? Saranno avviate complicate mediazioni e difficili negoziati con il potere centrale? Se i movimenti indipendentisti proclameranno la Repubblica catalana, Madrid rispetterà la volontà democraticamente espressa dal nuovo Governo e dal popolo catalano?”.    

“La questione catalana - ha concluso il relatore - è diventata un problema di democrazia oltre che per la Spagna anche per l’Europa. I sette milioni e mezzo di catalani che si sono recati alle urne indicano che il diritto all’auto determinazione e’ la garanzia della pace . E’ anche la adr base di un popolo che  cerca una Europa di libertà e di maggiore democrazia . Il popolo catalano domanda solidarietà a tutti gli europei. Nei prossimi giorni verrà eletto un governo catalano. Non sappiano ancora come sarà, ma il popolo e’ pronto a seguire il proprio cammino. Noi stiamo costruendo il futuro dell’Europa che non deve comprendere guerre e regressioni ma vuole pace e possibilità di vivere meglio nel rispetto reciproco“.

val. pra.

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