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FEDE E RELIGIONI | 03 marzo 2020, 09:00

PAPA: Una preghiera per i migranti in fuga dalla guerra

PAPA: Una preghiera per i migranti in fuga dalla guerra

Una preghiera per i «tanti sfollati, tanti uomini, donne, bambini cacciati via a causa della guerra, tanti migranti che chiedono rifugio nel mondo, e aiuto» è stata chiesta da Papa Francesco ai fedeli presenti in piazza San Pietro a mezzogiorno di domenica 1° marzo.

Il Pontefice ne ha parlato al termine della recita dell’Angelus, dicendosi «rattristato per le notizie che arrivano» soprattutto dalle frontiere tra Turchia e Grecia, dove un numero sempre crescente di profughi siriani cerca di mettersi in salvo dal conflitto. «In questi giorni, la cosa è diventata molto forte. Preghiamo per loro» ha esortato il Papa, per poi annunciare che — a causa del raffreddore che lo ha colpito in questi giorni — non avrebbe partecipato agli esercizi spirituali iniziati nel pomeriggio ad Ariccia.

«Seguirò da qui le meditazioni» ha assicurato, aggiungendo: «Mi unisco spiritualmente alla Curia e a tutte le persone che stanno vivendo momenti di preghiera, facendo gli esercizi spirituali a casa». In precedenza Francesco aveva parlato delle tentazioni di Gesù nel deserto commentando il Vangelo della prima Domenica di Quaresima (Matteo 4, 1-11). L’insegnamento che ne ha tratto è che non si «dialoga con il diavolo. Gesù risponde al diavolo con la Parola di Dio, non con la sua parola».

E questo vale anche oggi, ha spiegato il Papa: «nella tentazione tante volte noi incominciamo a dialogare con la tentazione, a dialogare con il diavolo: “Sì, ma io posso fare questo…, poi mi confesso, poi questo, quell’altro…”. Mai dialogare con il diavolo», ha raccomandato in proposito. Infatti, ha aggiunto il Pontefice, «Gesù fa due cose con il diavolo: lo scaccia via o, come in questo caso, risponde con la Parola di Dio».

Da qui l’esortazione a stare “attenti”.Del resto, ha aggiunto Francesco attualizzando la riflessione, «anche oggi Satana irrompe nella vita delle persone per tentarle con le sue proposte allettanti; mescola la sua alle tante voci che cercano di addomesticare la coscienza. Da più parti arrivano messaggi che invitano a “lasciarsi tentare” per sperimentare l’ebbrezza della trasgressione». Invece, «l’esperienza di Gesù ci insegna che la tentazione è il tentativo di percorrere vie alternative a quelle di Dio: “Ma, fai questo, non c’è problema, poi Dio perdona! Ma un giorno di gioia prenditelo…” — “Ma è peccato!” — “No, non è niente”.

Vie alternative, vie che ci danno la sensazione dell’autosufficienza, del godimento della vita fine a sé stesso. Ma tutto ciò — ha concluso Francesco — è illusorio: ben presto ci si rende conto che più ci allontaniamo da Dio, più ci sentiamo indifesi e inermi di fronte ai grandi problemi dell’esistenza».

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