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FEDE E RELIGIONI | 28 gennaio 2020, 09:00

PAPA: Mai più atrocità

Il Papa per il 75° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau

PAPA: Mai più atrocità

alla vigilia del 75° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, Papa Francesco è tornato a ripetere per ben due volte il suo «mai più!». Perché, «davanti a questa immane tragedia, a questa atrocità, non è ammissibile l’indifferenza ed è doverosa la memoria», ha rimarcato con forza al termine dell’Angelus domenicale del 26 gennaio in piazza San Pietro. «Domani — ha raccomandato — siamo tutti invitati a fare un momento di preghiera e di raccoglimento, dicendo ciascuno nel proprio cuore: mai più». Del resto, ha aggiunto lunedì 27 con un tweet sull’account @Pontifex, «se perdiamo la memoria, annientiamo il futuro».

Da qui l’auspicio di Francesco che «l’anniversario dell’Olocausto, l’indicibile crudeltà che l’umanità scoprì 75 anni fa, sia un richiamo a fermarci, a stare in silenzio e fare memoria. Ci serve, per non diventare indifferenti», ha concluso rilanciando l’hashtag #GiornatadellaMemoria.E oggi duecento sopravvissuti provenienti da ogni parte del mondo e 50 delegazioni da altrettanti Stati si sono dati appuntamento al campo di Auschwitz-Birkenau, luogo che più di qualsiasi altro simboleggia i crimini dei nazisti e gli orrori della Shoah, che costò la vita a sei milioni di ebrei.

Fra gli ospiti annunciati al memoriale per la commemorazione che è in corso mentre andiamo in stampa, il presidente israeliano, Reuven Rivlin, e il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, il re di Spagna, Filippo vi, e il re dei Paesi Bassi, Willem Alexander.

Il programma prevede il discorso di apertura del presidente polacco, Andrzej Duda, e a seguire le testimonianze di quattro sopravvissuti — Batsheva Dagan, Alza Baker, Marian Turski e Stanisław Zalewski —, del rappresentante dell’associazione di donatori The Pillars of Remembrance, Ronald S. Lauder, e del direttore del Memoriale di Auschwitz, Piotr Cywiński. Quindi, dopo un momento di preghiera, l’omaggio delle delegazioni e dei sopravvissuti al monumento alle vittime a Birkenau.Iniziative per commemorare la liberazione di Auschwitz si stanno svolgendo in diverse nazioni. E nei Paesi Bassi il premier Mark Rutte si è scusato a nome del governo del suo Paese — ed è la prima volta — per l’incapacità di proteggere gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. Furono oltre centomila gli ebrei provenienti dai Paesi Bassi uccisi nei lager.

«Con gli ultimi sopravvissuti rimasti tra di noi, mi scuso a nome del governo per le azioni del governo di allora — ha detto Rutte —. Lo faccio, rendendomi conto che nessuna parola può descrivere qualcosa di così enorme e terribile come l’Olocausto». In tutte le iniziative di commemorazione, di fronte a una nuova ondata di antisemitismo, si è ribadita la necessità di fare memoria, perché come ha detto Papa Francesco qualche giorno fa ricevendo una delegazione del Simon Wiesenthal Center, «se perdiamo la memoria, annientiamo il futuro».

E stamane in un’intervista a Vatican News la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, ha ringraziato il Pontefice per queste parole. «Le sento profondamente — ha detto Segre — dopo aver vissuto quel periodo che per me è indimenticabile e di cui, per forza di cose mi sono fatta testimone. Per tanti e tanti anni ho incontrato ragazze e ragazzi raccontando la mia storia, ma senza mai parlare di odio. E anche questo è un altro aspetto in cui mi trovo d’accordo con il Papa: “dissodare il terreno su cui cresce l’odio, seminandovi pace”».

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