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FEDE E RELIGIONI | 24 dicembre 2019, 09:00

MESSAGGIO DI NATALE DEL VESCOVO DI AOSTA

Tratto dal Corriere della Valle

Presepe dell'artista falegname Serafino Servodidio esposto nella sala della microcomunità di Pontey

Presepe dell'artista falegname Serafino Servodidio esposto nella sala della microcomunità di Pontey

Carissimi fratelli e sorelle nella fede, Carissimi amici che avete la bontà di leggermi, Che cosa succede a Natale? Il rovesciamento della storia umana. L’incarnazione del Figlio di Dio e la sua nascita nel tempo segnano il passaggio dalla paura alla fiducia. All’inizio, il peccato di Adamo ed Eva costringe la storia sotto il segno della paura. Con una immagine, Genesi racconta che l’uomo e la donna, udendo i passi di Dio sceso a passeggiare nel giardino, si nascondono dalla sua presenza. Dove sei? dice Dio rivolto all’uomo. Questi risponde: Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura... e mi sono nascosto (1, 9– 10).

L’uomo fugge, si nasconde dietro alla responsabilità di altri: è colpa della donna, è colpa del serpente... Adamo ed Eva, sollecitati da Satana, sospettano di Dio e perdono la fiducia in Lui. È questo il primo peccato e il peccato di sempre. E Dio? Invece di abbandonare l’uomo al suo destino, rovescia la storia: l’uomo non ha avuto fiducia in Lui e Lui si fida dell’uomo. Ricomincia ancora una volta da un uomo e una donna, Maria e Giuseppe di Nazaret, una famiglia povera e insignificante agli occhi del mondo. Dio si fida di loro, affidando loro suo Figlio. Maria dice di sì, Giuseppe dice di sì. Insieme, danno casa al Figlio di Dio che si fa uomo e si fanno la famiglia di Dio che nasce come tutti i bimbi, impotente e bisognoso di tutto, capace solo di piangere e di sorridere.

Così ricomincia la storia dell’umanità! A Natale celebriamo questo nuovo inizio dell’alleanza di Dio con l’umanità. Qualcuno potrebbe obiettare: «Bell’inizio! Che cos’è cambiato dal primo Natale ad oggi? Rivalità, guerre e violenze, miseria, malattia e morte continuano ad essere le cifre di questa storia». È vero. E forse questa amara constatazione ci aiuta a riflettere su come Dio ci vuole salvare. Non dobbiamo attenderci che sia Lui a risolvere i problemi dell’umanità. Dio entra nella storia per camminare accanto a noi con la potenza del suo Spirito, donandoci la luce della Parola e dell’esempio di Gesù e la forza della carità per costruire il mondo come casa accogliente e vivibile per ogni uomo e preparare quella trasformazione finale che noi speriamo, quando Gesù tornerà nella gloria e consegnerà il suo Regno nelle mani del Padre.

Questo è il nostro compito: lavorare per cambiare il mondo fidandoci di Dio e della sua grazia e imparando da Lui a fidarci tra di noi! L’augurio che voglio rivolgere a tutti e a ciascuno è di accogliere nella fede il Figlio di Dio lasciandosi accompagnare in un cammino di vangelo e di umanità, non rifiutando la fatica di lavorare perché nel mondo germogli il Regno di Dio, prendendo a cuore la sorte temporale ed eterna di tanti fratelli e sorelle, donando giorno per giorno la nostra vita per loro a partire dalle persone più vicine, il marito per la moglie, i genitori per i figli, l’amico per l’amico, il collega per il collega e viceversa.

Mi piace pensare che questo rovesciamento della storia che sta all’origine della fede cristiana possa interrogare anche chi non crede, ma celebra ugualmente il Natale, come festa della famiglia, degli affetti, dei bambini... L’augurio che rivolgo loro è di tenere sullo sfondo una domanda sul mistero della paura e della fiducia che abita sempre il cuore dell’uomo e che può forse aprire anche una porta sul mistero di Dio. Buon Natale! Buon Natale!

Franco Lovignana vescovo di Aosta

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