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SANITÀ, SALUTE E STARE BENE | 25 luglio 2016, 17:19

Per il momento Valle d'Aosta esente da rischio Zika

Per il momento Valle d'Aosta esente da rischio Zika

“Al di là degli allarmismi diffusi in questi giorni, al momento non possiamo ritenere il virus Zika un reale pericolo per le donne incinte in Valle d'Aosta”. Lo assicura Alberto Catania, responsabile del Dipartimento malattie infettive dell'Usl VdA.

“Il virus Zika -spiega il dottor Catania – di cui è portatrice soprattutto un tipo di zanzara che in Valle è quasi assente, fa paura nell'immaginario collettivo perchè ha sintomi 'aspecifici', ovvero comuni ad altri virus quali quello dell'epatite C o quello dell'influenza, anche se magari più accentuati: febbre, dolori articolari, prurito, rash cuteanei e via di questo passo. Ma possiamo escludere che Zika abbia 'colpito' in Valle, dove assolutamente all'Usl non risulta nessun caso, nemmeno sospetto”.

Il 18 maggio scorso, un rapporto dell'ufficio europeo dell'Oms affermava che vi era un rischio concreto della probabilità dell'arrivo di focolai di virus Zika in Europa.

“Effettivamente l'unica possibilità di contagio sarebbe tramite un portatore umano sano – sottolinea Catania – qualcuno proveniente da Paesi stranieri in cui è presente virus. Ma si tratta sempre e comunque di una possibilità remota”.

Nella vicina Svizzera sono stati segnalati finora 28 casi di persone affette dal virus Zika e tra i contagiati vi sono diverse donne incinte, che sono le persone maggiormente esposte agli effetti dannosi del virus; infatti normalmente Zika è relativamente innocuo, ma è motivo di preoccupazione se contratto dalle future mamme, che potrebbero partorire un bimbo affetto da microcefalia o da altre malformazioni del cranio e del cervello.

Il virus si trasmette principalmente dalle punture della zanzara del genere Aedes aegypti ma la paura è che Zika possa adattarsi nel tempo a essere trasmesso attraverso la zanzara tigre, che vive all’aperto e predilige deporre le uova in aree aperte, come parchi, ma anche cortili. “Finora i casi di microcefalia nei neonati in Italia – rassicura il dottor Catania – non sono in alcun modo riconducibili a Zika”.

p.g.

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