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FEDE E RELIGIONI | 23 dicembre 2014, 09:30

PAPA: Esame di coscienza

PAPA: Esame di coscienza

La Curia romana è come un «corpo complesso»: per vivere ha bisogno non soltanto di «nutrirsi» ma anche di «curarsi» da malattie e tentazioni che ne indeboliscono «il servizio al Signore». Papa Francesco ha scelto questa similitudine per il discorso pronunciato lunedì 22 dicembre, nella Sala Clementina, durante il tradizionale incontro con i membri della Curia per gli auguri natalizi. Una riflessione che il Pontefice ha voluto offrire ai presenti come «un sostegno e uno stimolo a un vero esame di coscienza per preparare il nostro cuore al santo Natale».

Richiamando l’immagine del «corpo mistico di Cristo», Francesco ha parlato dell’organismo curiale come di «un piccolo modello di Chiesa», ossia di «un corpo che cerca seriamente e quotidianamente di essere più vivo, più sano, più armonioso e più unito in se stesso e con Cristo». Al tempo stesso, ha notato, esso è continuamente esposto «anche alle malattie, al malfunzionamento, alle infermità».

Si tratta di quelle tipiche «malattie curiali» che, ha ammonito, costituiscono «un pericolo» per ogni cristiano e per ogni comunità, perché «possono colpire sia a livello individuale sia comunitario». Il Papa ne ha individuate ben quindici — descrivendone con efficacia sintomi e conseguenze — e ha invitato a intraprendere «un sincero sforzo di purificazione» e «di conversione» con il sostegno dello Spirito Santo. Senza dimenticare, ha aggiunto, che «la guarigione è anche frutto della consapevolezza della malattia e della decisione personale e comunitaria di curarsi sopportando pazientemente e con perseveranza la cura».

E di «cura» Francesco ha parlato anche nel successivo incontro riservato ai dipendenti vaticani, riuniti con le loro famiglie nell’Aula Paolo vi. Richiamando espressamente la riflessione affidata poco prima ai membri della Curia, il Pontefice ha ricordato che «curare significa manifestare interessamento solerte e premuroso, che impegna sia il nostro animo sia la nostra attività, verso qualcuno o qualcosa; significa guardare con attenzione a colui che ha bisogno di cura senza pensare ad altro; significa accettare di dare o di ricevere la cura».

Da qui l’invito a «trasformare questo santo Natale in una vera occasione per “curare” ogni ferita e per “curarsi” da ogni mancanza», evitando soprattutto di dare spazio a invidie, rancori, critiche. In conclusione, insieme agli auguri, anche una richiesta di perdono: «per le mancanze, mie e dei collaboratori — ha specificato — e anche per alcuni scandali, che fanno tanto male».

o.s.

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