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ATTUALITÀ ECONOMIA | 13 dicembre 2025, 12:05

Oltre lo sciopero: quando i sindacati dovrebbero imparare da Sun Tzu

Lo sciopero generale dei trasporti si ripete come un rito stanco: disagi per i cittadini, nessun danno reale al potere economico. Forse è tempo che il sindacato riscopra strategie più intelligenti, capaci di colpire dove fa davvero male

Oltre lo sciopero: quando i sindacati dovrebbero imparare da Sun Tzu

Il 12 dicembre 2025 non è stato altro che l’ennesima recita di un copione già visto: la CGIL proclama lo sciopero generale dei trasporti, mentre CISL, UIL e SAVT restano a casa.

Il risultato è sempre lo stesso: cittadini infuriati, credibilità evaporata, potere economico che non si accorge nemmeno della scossa e una frammentazione sindacale che diventa un dinosauro ingombrante, incapace di parlare alle nuove generazioni. Per loro, le sigle sindacali assomigliano più a un museo del Novecento che a un’arma del futuro.

Sun Tzu, generale e filosofo cinese vissuto tra il VI e il V secolo a.C., autore del celebre trattato L’arte della guerra, uno dei testi più influenti di strategia militare e politica di tutti i tempi, ricorda che la suprema arte della guerra è vincere senza combattere.

E allora perché continuare a insistere con scioperi che bloccano i pendolari ma lasciano intatti i profitti delle aziende? La vera vulnerabilità del nemico sta nel portafoglio e nella reputazione. La storia lo dimostra: con Montgomery, con la fine dell’apartheid sudafricano, con Nike costretta a rivedere le proprie filiere produttive.

I sindacati italiani sembrano aver perso la memoria di questa arma potentissima.

Invece di scioperi di ventiquattr’ore, potrebbero lanciare campagne di boicottaggio a rotazione: un mese contro i fornitori di energia che speculano, un altro contro le compagnie telefoniche che truffano i clienti, un altro ancora contro le catene della grande distribuzione che spremono i lavoratori. Colpire un obiettivo alla volta, con la forza dell’opinione pubblica e del consumo consapevole, trasformerebbe i cittadini da vittime dei disagi a protagonisti della resistenza economica.

Il boicottaggio non solo è scalabile e sostenibile, ma funziona nell’era digitale: crea alleati invece di nemici, colpisce direttamente chi ha il potere e costruisce una narrazione positiva, in cui i sindacati diventano difensori dei consumatori e non disturbatori del traffico.

Oggi, nell’era in cui un post su Facebook può raggiungere ogni angolo del mondo in pochi minuti, una regia sindacale unica sarebbe un’arma potentissima. Organizzare, decidere, coordinare: e colpire il sistema duramente, sul piano sociale ed economico.

Per farlo serve un cambio culturale radicale: superare le divisioni tra sigle, smettere di pensarsi come corporazioni settoriali e diventare un movimento sociale; abbracciare tecnologie e linguaggi nuovi; capire che nel XXI secolo il potere si conquista convincendo milioni di persone a fare scelte economiche coordinate.

La lezione di Sun Tzu resta valida: conoscere il nemico e conoscere se stessi. Il nemico oggi è un sistema che concentra ricchezza e precarizza il lavoro, ma che dipende dai consumatori. I sindacati devono riconoscere i propri limiti e reinventarsi: non abbandonare lo sciopero, ma affiancarlo con strumenti più efficaci.

Perché la guerra migliore è quella che vinci senza combattere. O, meglio, combattendo nel modo giusto, nel posto giusto, al momento giusto.

E il momento giusto non è domani. È adesso.

Vittore Lemo-Rezoli

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