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FEDE E RELIGIONI | 21 ottobre 2025, 08:00

Leone XIV: i nuovi santi, segni luminosi di speranza e amore verso gli altri

Dopo la canonizzazione di sette nuovi santi – martiri, religiose e laici – Leone XIV ha accolto in Vaticano i pellegrini giunti da ogni parte del mondo. Li ha invitati a seguire il loro esempio di vita, perché “dove c’è santità fiorisce la speranza, cresce la riconciliazione e si rinnova la dignità di tutti i popoli”

Leone XIV: i nuovi santi, segni luminosi di speranza e amore verso gli altri

“Gli uomini e le donne che ieri abbiamo proclamato santi sono per tutti noi segni luminosi di speranza, perché hanno offerto la propria vita nell’amore di Cristo e dei fratelli.”

Con queste parole, pronunciate in italiano, inglese e spagnolo, Papa Leone XIV ha descritto le vite dei sette nuovi santi canonizzati ieri sul sagrato di San Pietro: figure semplici e straordinarie insieme, rese grandi dall’amore di Dio e dalla dedizione ai più fragili.

Ricevendo oggi in Aula Paolo VI i pellegrini arrivati per la canonizzazione, il Pontefice ha tracciato un filo comune tra i nuovi santi – il catechista Pietro To Rot, il vescovo armeno Ignazio Choukrallah Maloyan, le religiose Maria Troncatti, Vincenza Maria Poloni e Carmen Rendiles Martínez, e i laici Bartolo Longo e José Gregorio Hernández Cisneros – trasformando ogni storia in un messaggio per i nostri tempi.

Di fronte ai fedeli armeni, Leone XIV ha ricordato il martirio di Ignazio Choukrallah Maloyan, “pastore secondo il cuore di Cristo” che preferì morire piuttosto che rinnegare la fede.

“Questo mi fa pensare al popolo armeno,” ha detto il Papa, “che incide la croce sulle pietre come segno della sua fede salda e incrollabile. Possa il nuovo Santo rinnovare il fervore dei credenti e portare frutti di riconciliazione e di pace per tutti.”

Un pensiero che suona come appello alla pacificazione, in un Paese ancora ferito da divisioni e conflitti.

Il Pontefice ha poi rievocato la figura di Pietro To Rot, catechista della Nuova Guinea, simbolo di coraggio e fedeltà.

“Un semplice catechista – ha ricordato – ma con un coraggio straordinario, capace di difendere la verità anche nel nascondimento.”

Durante l’occupazione giapponese della Seconda guerra mondiale, To Rot si oppose alla poligamia imposta dalle autorità, pagando con la vita la fedeltà al Vangelo.

“Possa il suo esempio incoraggiarci a difendere la fede anche a costo di sacrifici personali,” ha aggiunto Leone XIV.

Nel ricordare José Gregorio Hernández, il “medico dei poveri”, e Carmen Rendiles Martínez, fondatrice delle Serve di Gesù, il Papa ha evocato le parole dei vescovi venezuelani, che vedono nella loro canonizzazione un invito all’unità nazionale.

“Che tutti i venezuelani sappiano riconoscersi come figli e fratelli della stessa Patria,” ha detto il Pontefice, “riflettendo sul presente e sul futuro alla luce delle virtù che questi santi hanno vissuto in modo eroico.”

Leone XIV ha dedicato ampio spazio al tema delle virtù cristiane, vere radici della santità quotidiana.

“La fede trasforma una vita normale in una lampada che illumina ogni giorno con una luce nuova. La speranza ci spinge a cercare obiettivi concreti e degni. La carità ci fa trovare il senso della vita nel servizio ai malati, ai poveri e ai più piccoli.”

Un richiamo diretto all’umanità concreta del Vangelo, fatta di gesti e non di parole.

Nel ricordare suor Maria Troncatti, missionaria salesiana in Ecuador, e Vincenza Maria Poloni, fondatrice delle Suore della Misericordia, Leone XIV ha esaltato la forza della carità vissuta nel silenzio.

“Suor Troncatti è esempio di una carità che non si arrende nelle difficoltà, ma le trasforma in occasioni di dono totale di sé. Suor Poloni, nutrita da una profonda spiritualità mariana, insegna a perseverare nel servizio ai più fragili. È proprio lì che fiorisce la santità di vita.”

Infine, il Papa ha ricordato Bartolo Longo, convertito e fondatore del Santuario di Pompei.

“La sua vita – ha detto – mostra come la misericordia di Dio possa trasformare un uomo lontano in apostolo del Rosario.”

E ha concluso con un invito universale: “Raccomando questa preghiera a tutti: sacerdoti, religiosi, famiglie, giovani. Contemplando i misteri di Cristo con lo sguardo di Maria, impariamo giorno per giorno a vivere il Vangelo.”

Guardando all’oggi, Leone XIV ha indicato la strada della santità possibile per ciascuno: “Chi vive accanto a me è chiamato alla stessa santità. Devo vederlo come un fratello da rispettare e amare, condividendo il cammino e costruendo insieme il Regno di Dio.”

Parole semplici e universali, che traducono in linguaggio contemporaneo la santità quotidiana: quella che nasce dal servizio, dalla solidarietà e da una fede capace di illuminare anche i tempi più oscuri.

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