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FEDE E RELIGIONI | 26 luglio 2025, 12:07

Il coraggio dei giovani, la speranza del mondo

Dalla Valle d’Aosta ad Assisi fino a Roma, settantamila ragazzi italiani si mettono in cammino per il Giubileo dei Giovani. Tra loro anche 115 valdostani, pellegrini di fede ma anche costruttori di pace, con il cuore acceso da domande laiche e spirituali. Un'esperienza di comunità, riconciliazione e futuro, guidata dallo spirito di San Francesco e dalle parole forti dei Papi

Il coraggio dei giovani, la speranza del mondo

In un’estate segnata da guerre, smarrimenti e solitudini digitali, la notizia di settantamila giovani in cammino verso Roma ha il suono limpido di una sorgente in alta quota. Non è solo un evento religioso. È una scommessa etica, educativa, comunitaria. È la conferma che esiste ancora una gioventù capace di muoversi non per fuggire, ma per cercare. Non per urlare, ma per ascoltare.

Dal 28 luglio al 3 agosto, ragazzi e ragazze da ogni angolo d’Italia – tra loro anche 115 giovani valdostani – parteciperanno al Giubileo dei Giovani, voluto dal Papa nel contesto dell’Anno Santo del 2025. A guidarli, oltre a sacerdoti e educatori, ci saranno ben 120 vescovi. Un popolo in cammino, spirituale e reale, con zaini pieni di domande, speranze, contraddizioni.

«Andare a Roma per vivere un Giubileo – sottolinea don Riccardo Pincerato – è un’esperienza che accade solo ogni venticinque anni. Moltissimi giovani italiani hanno deciso di cogliere questa occasione unica… saranno tutti pellegrini di speranza, in un tempo complesso e pieno di fatiche». Parole che vibrano, perché parlano non a dei perfetti, ma a chi – giovane o adulto – si sente spaesato, diviso, in cerca di qualcosa che assomigli a una direzione.

Dalla Valle d’Aosta i ragazzi partiranno il 28 luglio. Prima tappa: Assisi. Lì, davanti alla tomba del Poverello e del Beato Carlo Acutis – prossimo alla canonizzazione – inizierà un pellegrinaggio fatto di fede ma anche di umanità. Perché, come diceva Papa Francesco, “la fede o è concreta, oppure non è”.

Poi, via verso Roma, dove si varcheranno le Porte Sante, si condivideranno le Confessioni, la Veglia del sabato e la grande celebrazione con Papa Leone XIV a Tor Vergata. Ma non mancheranno le soste di pensiero, come quelle previste nelle dodici chiese romane il 30 e 31 luglio, ognuna dedicata a una delle “parole per dire speranza”: abbraccio, scoperta, promessa, coscienza, popolo. Parole che oggi mancano nel linguaggio degli adulti. Parole che i giovani vogliono restituirci, non con sermoni ma con lo stile della presenza.

La Diocesi di Aosta sarà presente a San Giuseppe al Trionfale, dove si rifletterà su “gioia piena”: la gioia che non esclude, non anestetizza, ma apre. Una gioia che si costruisce “passo dopo passo”, come dice ancora don Pincerato, «con sguardi che si incrociano e mani che si tendono». Un’educazione silenziosa ma profondissima, laica e cristiana insieme, alla fraternità come stile di vita.

“Giovani, non lasciatevi rubare la speranza”, gridava Papa Francesco nel 2013, appena eletto. Un monito che oggi, con un altro Papa sul soglio di Pietro, torna più forte che mai. Leone XIV, nella sua prima enciclica, ha parlato proprio della “speranza come scelta civile e collettiva”. E nel messaggio ai partecipanti al Giubileo dei Giovani ha scritto: “Voi non siete il futuro, siete già il presente di Dio. Non temete di mettervi in cammino anche senza sapere tutto: la verità si scopre condividendola”.

C'è una lezione preziosa in questo Giubileo, ed è per tutti, anche per chi non crede: i giovani non hanno bisogno di muri, ma di strade. Non cercano padroni, ma compagni di viaggio. E forse, nel caos del mondo adulto, ci stanno indicando una via più giusta.

Il ritorno dei pellegrini valdostani è previsto nella tarda serata di domenica 3 agosto, ma nessuno tornerà uguale. Perché quando si attraversa la Porta Santa, si entra anche in un'altra stagione della vita. Una stagione dove la fede si fa carne, la speranza si fa scelta, e l’amore – laico, umano, divino – si fa impegno.

E allora sì, in un’Italia che spesso racconta solo i drammi e gli egoismi, settantamila giovani in cammino per la speranza sono la notizia più bella dell’estate. E, forse, la più necessaria.

pi.mi.

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