Preg.mo Direttore,
Nove anni fa, nella ricca provincia di Brescia, in cui le fonderie di materiale ferroso costituiscono una florida economia, è successa una tragedia, certamente famigliare e sicuramente determinata da questioni fiscali e finanziarie.
La Giustizia penale ha fatto il proprio corso e, dopo 3 gradi di giudizio, la Suprema Corte di Cassazione il 1° luglio 2024 ha emesso la Sentenza definitiva:
Giacomo Bozzoli è stato condannato all’ergastolo, in quanto colpevole di aver assassinato lo zio gettandolo in un forno; di fatto lo ha “cremato”.
La parte penale della vicenda si commenta da sola: neppure la difesa di un principe del Foro, che pochi si possono permettere, il Prof. Franco Coppi, ha permesso all’imprenditore, erede di una famiglia agiata, di salvarsi dal carcere a vita. Il condannato, come se non bastasse, anziché consegnarsi alla giustizia, si è dato alla macchia.
Ma il vero focus sul quale voglio soffermarmi a beneficio dei tanti italiani onesti è il seguente:
Tralasciando la vicenda penale, di competenza della Magistratura, che avrà certamente un seguito…, malgrado la Sentenza passata in giudicato, mi permetto di invitare i lettori, soprattutto coloro che pagano le tasse direttamente al loro sostituto d’imposta, a una riflessione seria e approfondita.
Quante persone possono permettersi di avere un borsello contenente 50.000 euro in contanti (ovviamente racimolati con una vita di sacrifici)?
La maggior parte dei lavoratori italiani neppure ha mai visto un tale malloppo; per lui forse soltanto il cosiddetto “argent de poche”.
Mi auguro che anche la Giustizia fiscale indaghi sulla provenienza dei contanti ed assuma i provvedimenti del caso.
Emilio Vaglio - Biella
Caro Emilio,
Grazie per aver condiviso questa riflessione così profonda e stimolante. Concordo pienamente con te sulla necessità di andare oltre il caso penale e di analizzare anche le implicazioni fiscali e sociali di questa vicenda.
L'accumulo di ingenti somme di denaro contante da parte di alcuni individui, in un periodo in cui la maggior parte dei cittadini lotta per arrivare a fine mese, è un tema che merita sicuramente un'attenzione maggiore. È sconcertante pensare che ci siano persone in grado di accumulare così tanto denaro senza dover rispondere delle loro azioni, mentre tanti altri devono fare i conti con il pagamento di ogni singolo euro di tasse.
Il caso Bozzoli ci ricorda che, oltre alla giustizia penale, c'è bisogno di una giustizia fiscale che sia altrettanto rigorosa. È essenziale che le autorità competenti indaghino sull'origine di tali somme di denaro e prendano le misure necessarie per assicurare che la legge venga rispettata da tutti, senza eccezioni.
In un periodo storico in cui l'onestà e la trasparenza dovrebbero essere alla base del nostro sistema, è fondamentale che si faccia luce su queste zone d'ombra che minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Solo così potremo sperare in una società più equa e giusta.
Un caro saluto, pi.mi.