Nella Genesi (8,11), è una colomba a portare a Noè il rametto d'ulivo che annuncia la fine del diluvio universale e l'inizio della salvezza e di una nuova era di pace tra Dio e gli uomini.
Curioso, é stato l’aggressore a proporre la pace all’aggredito.
In seguito il cristianesimo, unico tra le religioni del Libro, capisce l’importanza di codici estetici figurativi per poter più facilmente spiegare il senso delle Scritture e confortare la catechesi. Abbandona la pratica aniconica di tradizione ebraica, in vigore dall’interdetto espresso nel libro dell’Esodo (20,4), e utilizza un ricco apparato di simboli realistici tra i quali la colomba primeggia ed è quello che ha avuto più fortuna. Lo Spirito santo, per dire, è rappresentato da una colomba.
Ma la secolarizzazione galoppa e che il simbolo della pace per eccellenza sia ormai diventato buono da mangiare sotto forma di dolce a me sembra il suo più grande e inequivocabile segno.
Nell’antico Egitto il gatto, per i suoi grandi meriti di derattizzatore, venne divinizzato nella figura della dea Bastet ma non risulta che a nessun faraone sia mai venuto in mente di farne un dolce da mangiare il giorno della festa del gatto che, per chi non lo sapesse, attualmente cade l’8 agosto.
Scommetto però che se oggi la Motta, come fece negli anni ‘30 per la colomba, proponesse di fare un dolce di marzapane a forma di gatto si vedrebbe incendiata la fabbrica.
Ormai la sanità pubblica gratis è solo più un ricordo . . .