Nel 2012 in Valle d'Aosta sono diminuiti dell'1,7 per cento gli allevamenti di bovini ( le aziende dalla più grande alla individuale più piccola sono in tutto 1.096) ma sono aumentati dello 0,3% i capi di razza valdostana.
I dati sono emersi dal bilancio dell'Associazione regionale degli allevatori (Arev), che è stato presentato questa mattina durante il congresso regionale che si è svolto nella sala congressi della Gran Place a Pollein. Nel dettaglio, i bovini di razza pezzata rossa sono cresciuti dell'1,66% mentre quelli della razza pezzata nera sono diminuiti dell'1,59%. Per quanto riguarda i caprini i capi in Valle sono circa 5.000, mentre gli ovini sono 2.500. All'assemblea hanno partecipato circa 200 allevatori.
"Il problema delle aziende in questi tempi - ha dichiarato il direttore dell'Arev, Edi Henriet - e' soprattutto economico e non riguarda l'attività in sé ma i risultati complessivi, che sono sempre meno soddisfacenti. Sono necessarie risorse per sostenere la produzione, che è calata, ma soprattutto per migliorarla, altrimenti non c'è futuro". Per Gerardo Beneyton, presidente di Caseus Montanus, "le dichiarazioni di Henriet da un lato ci fanno piacere perchè attestano importanti passi avanti a fianco delle aziende agricole per alzare il livello sia della qualità del lavoro sia della razza valdostana, ma ci preoccupano perchè confermano la scarsa valorizzazione della produzione del latte e della fontina. Occorre un'inversione immediata di rotta, per evitare che le peggiori previsioni si trasformino in drammatica realtà".
Beneyton sostiene che "marchiare come fontina tutto il formaggio valdostano non aiuta l'economia valdostana, ma abbassa la qualità del marchio e vanifica gli sforzi di tanti allevatori".