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FEDE E RELIGIONI | 27 gennaio 2020, 09:00

PAPA: Il Signore è venuto per i peccatori non per i perfetti

PAPA: Il Signore è venuto per i peccatori non per i perfetti

Contro la tentazione di una «pastorale d’élite che dimentica il popolo» ha messo in guardia Papa Francesco ricevendo in udienza nella Sala Clementina, nella mattina di sabato 25 gennaio, i prelati uditori, gli officiali, gli avvocati e i collaboratori del Tribunale della Rota romana in occasione della solenne inaugurazione dell’anno giudiziario.

Ricollegandosi alla catechesi dell’udienza generale di mercoledì 13 novembre, il Pontefice ha voluto offrire alla magistratura rotale «un’ulteriore riflessione sul ruolo primario della coppia di sposi Aquila e Priscilla come modelli di vita coniugale». Si tratta di sposi “itineranti” che, ha lamentato, purtroppo non hanno avuto per secoli, «nella pastorale della Chiesa, una propria identità di sposi evangelizzatori».

Mentre invece, ha suggerito, ne «avrebbero bisogno le nostre parrocchie, soprattutto nelle zone urbane nelle quali il parroco e i suoi collaboratori chierici mai potranno avere tempo e forza per raggiungere fedeli che, pur dichiarandosi cristiani, restano assenti dalla frequenza dei sacramenti e ignari — o quasi — della conoscenza di Cristo».

Ecco perché, ha aggiunto, ancora oggi «sorprende l’immagine moderna di questi santi sposi in movimento perché Cristo sia conosciuto: evangelizzavano» con «una passione del cuore che si traduce in gesti concreti di prossimità». Da tali premesse Francesco ha fatto scaturire conseguenze concrete per la «riforma del processo matrimoniale» da lui avviata, insistendo in particolare sui criteri di «prossimità e gratuità» che devono ispirarlo. Sono “due perle” per le quali il Papa ha confidato di “sentire paura” «davanti al giudizio di Dio che noi avremo su queste due cose. Nel giudicare, — è una delle domande che bisognerebbe farsi secondo il Pontefice — sono stato prossimo al cuore della gente?... Ho aperto il cuore alla gratuità o sono stato preso da interessi commerciali?».

Perché, ha spiegato, «il giudizio di Dio sarà molto forte su questo». Ecco allora l’auspicio che il suo discorso non resti «soltanto una sinfonia di parole», ma spinga da un lato pastori, vescovi e parroci «a cercare di amare, come fece l’apostolo Paolo, coppie di sposi quali missionari umili e disponibili a raggiungere» le piazze e i palazzi delle metropoli, in cui la luce del Vangelo e la voce di Gesù non giungono e non penetrano; e, sul fronte opposto, incoraggi sposi cristiani come Aquila e Priscilla «carichi di coraggio», capaci «di svegliare dal torpore e dal sonno i pastori, forse troppo fermi o bloccati dalla filosofia del piccolo circolo dei perfetti».

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