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FEDE E RELIGIONI | 03 gennaio 2020, 09:09

PAPA: Gesti quotidiani di dialogo, di riconciliazione e di cura del creato

PAPA: Gesti quotidiani di dialogo, di riconciliazione e di cura del creato

«L’anno che inizia» sia «un cammino di speranza e di pace, non a parole, ma attraverso gesti quotidiani di dialogo, di riconciliazione e di cura del creato». Lo ha auspicato il Papa all’Angelus del 1° gennaio recitato con i fedeli convenuti a mezzogiorno in piazza San Pietro per la preghiera mariana in occasione della Giornata mondiale della pace.

E commentando il tema scelto per questa cinquantatreesima edizione il Papa ha sottolineato che «Gesù è la benedizione per quanti sono oppressi dal giogo delle schiavitù», sia morali, sia materiali. Infatti «Lui libera con l’amore... chi ha perso la stima di sé rimanendo prigioniero di giri viziosi» e «chi è vittima di ingiustizie e sfruttamento e non vede la via d’uscita»; così come «chi è gravemente malato e si sente abbandonato», o «chi è carcerato ed è tentato di chiudersi in sé stesso».

In precedenza celebrando nella basilica vaticana la messa per la solennità di Maria Santissima Madre di Dio, il Pontefice aveva incentrato l’omelia sul ruolo centrale della donna nella storia della Chiesa e della società. «Se vogliamo tessere di umanità le trame dei nostri giorni, — ha esordito — dobbiamo ripartire dalla donna». Perché «le donne sono fonti di vita. Eppure — è stata la sua denuncia — sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo.

Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio», ha rimarcato il Pontefice, e «da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità». La sera prima, durante il tradizionale Te Deum di fine anno, il vescovo di Roma aveva parlato delle «persone coraggiose, credenti e non», che rappresentano il “cuore pulsante” dell’Urbe. «Davvero Dio non ha mai smesso di cambiare la storia e il volto della nostra città — ha detto — attraverso il popolo dei piccoli e dei poveri che la abitano».

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