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FEDE E RELIGIONI | 02 novembre 2016, 00:02

OGGI mercoledì 2 novembre Commémoration des défunts

“Prego il Signore che ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri”. Politici che abbiano cura dei più deboli: gli affamati, i disoccupati, i senza tetto, gli immigrati, i popoli indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati, i bambini ancora nel grembo delle madri. Tutti gli sfruttati e quanti la società attuale dello scarto ha trasformato in rifiuti, "avanzi", perché oggi, in questa “economia che uccide. Le persone - sono meno importanti delle cose che danno profitto a quelli che hanno il potere politico, sociale, economico”. (Papa Francesco)

OGGI mercoledì 2 novembre Commémoration des défunts

AGENDA DEL VESCOVO MONS.  FRANCO LOVIGNANA

In evidenza dal Parroco della Cattedrale

Mercoledì 2 novembre ricordiamo tutti i nostri cari defunti:

Sante Messe in Cattedrale: h 7 e h 8.30;

in cimitero presieduta dal Vescovo: h 15;

a Santa Croce per  tutti i defunti della parrocchia; 18.

I MERCOLEDI’ DI SANTA CROCE, una pausa a metà settimana!: tutti i mercoledì l’Eucarestia alle 18 seguita dall’Adorazione Eucaristica fino alle 19;

Giovedì 3:

Adorazione Eucaristica per le vocazioni presso il Convento San Giuseppe (9- 12 e 15-19)

Incontro del Direttivo della Caritas interparrocchiale h 20.45 a Santo Stefano;

Venerdì 4:

20.45 al Théâtre de la Ville, terza conferenza del ciclo “Fede e Scienza”:

Economie e città a misura d’uomo. Un nuovo approccio.

Prof. Stefano Zamagni, professore ordinario di Economia Poli-

tica all’Università di Bologna;

Sabato 5:

h 16 Assemblea elettiva dell’Oratorio: tutti i tesserati maggiorenni sono invitati!

Domenica 6:

pellegrinaggio per giovani a Torino sui passi del Beato Pier Giorgio Frassati.

Le Messager Valdotain celebra mercoledì 2 novembre Commémoration des défunts

•La Chiesa onora  Commemorazione di tutti i fedeli defunti

La pietas verso i morti risale agli albori dell’umanità. In epoca cristiana, fin dall’epoca delle catacombe l’arte funeraria nutriva la speranza dei fedeli. A Roma, con toccante semplicità, i cristiani erano soliti rappresentare sulla parete del loculo in cui era deposto un loro congiunto la figura di Lazzaro. Quasi a significare: Come Gesù ha pianto per l’amico Lazzaro e lo ha fatto ritornare in vita, così farà anche per questo suo discepolo! La commemorazione liturgica di tutti i fedeli defunti, invece, prende forma nel IX secolo in ambiente monastico. La speranza cristiana trova fondamento nella Bibbia, nella invincibile bontà e misericordia di Dio. «Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!», esclama Giobbe nel mezzo della sua tormentata vicenda. Non è dunque la dissoluzione nella polvere il destino finale dell’uomo, bensì, attraversata la tenebra della morte, la visione di Dio. Il tema è ripreso con potenza espressiva dall’apostolo Paolo che colloca la morte-resurrezione di Gesù in una successione non disgiungibile. I discepoli sono chiamati alla medesima esperienza, anzi tutta la loro esistenza reca le stigmate del mistero pasquale, è guidata dallo Spirito del Risorto. Per questo i fedeli pregano per i loro cari defunti e confidano nella loro intercessione. Nutrono infine la speranza di raggiungerli in cielo per unirsi gli eletti nella lode della gloria di Dio.

 

Il sole sorge alle ore 7,04 e tramonta alle ore 17,30.

 

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