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FEDE E RELIGIONI | 01 agosto 2016, 08:25

Riflessione del Vescovo di Aosta dalla GMG del 30 luglio a Cracovia

Riflessione del Vescovo di Aosta dalla GMG del 30 luglio a Cracovia

Questa sera (30 luglio ndr) grande veglia di preghiera con il Papa che ha lanciato ai nostri giovani alcuni messaggi: fratellanza come antidoto alla paura, costruire ponti ed insegnare agli adulti il coraggio di aprirsi al dialogo tra culture diverse, non lasciarsi addomesticare dalle comodità e dalle tante droghe del consumismo per non perdere la libertà ed essere protagonisti del proprio futuro.

All'inizio della veglia tre testimonianze di altrettanti giovani provenienti dalla Siria, dalla Polonia e dal Sud America. Tre storie di violenza e di paura, tre storie di lotta interiore ed esteriore vinte grazie alla solidarietà che ha aperto le porte alla presenza trasformatrice della grazia di Cristo. Uno dei momenti più toccanti è stato quando il Papa con voce alta ha quasi gridato che in un mondo realmente in guerra noi non vogliamo come cristiani vincere l'odio con più odio, la violenza con più violenza, ma solo con la fraternità. Il Papa ci ha quindi invitato ad alzarci tutti in piedi e a prenderci per mano e a pregare in silenzio portando al Signore tutte le guerre, anche quelle che si combattono dentro alla vita delle persone.

Un silenzio orante di ottocentomila giovani, vi assicuro che è qualcosa di veramente grande e commovente!

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1,6 MILIONI CON IL PAPA: COSTRUITE PONTI

Il Papa scuote i giovani che lo acclamano con cori da stadio. Volete lottare per il vostro futuro?, chiede alla folla Francesco. E i giovani, alla seconda richiesta, gli rispondono "sì". Un coro deciso: "Sì". Fa fare un momento di silenzio. Nel mondo delle cuffie sempre nelle orecchie, un momento di silenzio. Un silenzio che dice tanto all'umanità di oggi. In piedi, i giovani, per mano, e in preghiera. Tutti.

È questo il milione e 600mila giovani (come ha comunicato padre Lombardi seguendo i conteggi dell'organizzazione), presente al Campus Misericordiae, fuori Cracovia, per la Gmg 2016. Il Papa li scuote dal torpore e dal divano, invitandoli a mettersi in cammino, ora che sono anche consapevoli della realtà del dolore e della guerra. Basta città dimenticate. Niente giustifica il sangue di un fratello, niente è più prezioso della persona che abbiamo accanto. Da giovani del divano a giovani con le scarpe, "meglio ancora con gli scarponcini calzati", per andare per le strade seguendo la pazzia del nostro Dio che ci insegna a incontrarlo nell'affamato, nell'assetato, nel nudo, nel malato, nell'amico che è finito male, nel detenuto, nel profugo, nel migrante. Giovani con le scarpe per lasciare un'impronta nella storia, per difendere dignità e libertà che altri vorrebbero costringere in spazi limitati e ristretti. veglia600_CG38877_52090722.jpgFrancesco usa un linguaggio diretto. Parla di imbambolati, intontiti. "Cari giovani - ha detto Bergoglio - noi non siamo venuti al mondo per vegetare, per passarcela comodamente. Siamo venuti per lasciare un'impronta", per essere protagonisti nella storia. E poi ha ammonito da vecchie e nuove droghe, anche "quelle socialmente accettate che finiscono per renderci schiavi. Le une e le altre ci tolgono la libertà". C'è posto per Francesco per ricordare anche la paura e la paralisi che fanno perdere il gusto dell'incontro. Invece, se si cammina "su strade mai sognate e nemmeno pensate, capaci di contagiare gioia, quella gioia che nasce dall'amore di Dio", la gioia che lascia nel tuo cuore ogni gesto, ogni atteggiamento di misericordia. Poi il riferimento ai ponti e ai muri, fraternità, ("la nostra risposta alla guerra"), alla fratellanza, alla condivisione, alla comunione, alla famiglia. Infine l'invito a darsi la mano, per "questo ponte primordiale", ha detto Francesco. "È il grande ponte fraterno, e possano imparare a farlo i grandi di questo mondo, ma non per la fotografia, bensì per continuare a costruire ponti sempre più grandi. C'è tempo ancora per una domanda per i tanti giovani che ascoltano in silenzio. "Ci stai? Cosa rispondono le tue mani e i tuoi piedi al Signore, che è via, verità e vita?". La risposta spetta a ciascuno di noi. (di Francesco Zanotti tratto da Avvenire www.avvenire.it/giovani/Pagine/gmg-cracovia-la-veglia-diretta.aspx)

 

+ Franco Lovignana - Vescovo di Aosta

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