Benedetta Capelli – VN
Ecco la vostra missione: cogliere lo sguardo di Cristo sul mondo, coltivarlo, comunicarlo, testimoniarlo.
Leone XIV indica la strada ai membri del Collegio degli scrittori e collaboratori di “La Civiltà Cattolica”, ricevuti stamani, 25 settembre, in Vaticano. Un incontro che nasce per ricordare il 175.mo anniversario della nascita della rivista, fondata da padre Carlo Maria Curci, e che negli anni, sottolinea il Pontefice, ha offerto un “fedele e generoso servizio” alla Sede Apostolica, rendendo “la Chiesa presente nel mondo della cultura, in sintonia con gli insegnamenti del Papa e con gli orientamenti della Santa Sede”.
Papa Leone ricorda che Civiltà Cattolica è stata definita per la sua apertura “una finestra sul mondo” vista la sua peculiarità di “sapersi accostare all’attualità - afferma il Papa - senza temere di affrontarne le sfide e le contraddizioni”. Il Pontefice poi individua tre aree su cui riflettere: la prima riguarda l’educazione “a un impegno intelligente e fattivo nel mondo”.
Il Papa all'udienza con "La Civiltà Cattolica" (@Vatican Media)
È infatti riconosciuto che ciò che si scrive aiuta i lettori “a comprendere meglio la società complessa in cui viviamo, - afferma - valutandone potenzialità e debolezze, nella ricerca di quei ‘segni dei tempi’ alla cui attenzione ci ha richiamato il Concilio Vaticano II”. Una comprensione che porterà a “dare apporti validi, anche a livello politico”, su temi come “l’equità sociale, la famiglia, l’istruzione, le nuove sfide tecnologiche, la pace”.
Con i vostri articoli, voi potete offrire a chi legge strumenti ermeneutici e criteri d’azione utili, perché ognuno possa contribuire alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno, nella verità e nella libertà.
Citando san Giovanni Paolo II e l’incontro avuto nell’aprile del 1994 con la Civiltà Cattolica, il Papa ricorda le parole del suo predecessore che sottolineava l’importanza di amplificare, diffondere e proclamare “il Vangelo della carità e della pace, promuovendo la giustizia, lo spirito di fraternità e la consapevolezza del destino comune degli uomini, premesse indispensabili per la costruzione dell'autentica pace tra i popoli”.
L’altro impegno suggerito da Leone XIV è quello di “farsi voce dei più poveri e degli esclusi”, “un aspetto fondamentale della vita e della missione di ogni cristiano”, che richiede “una grande e umile capacità di ascoltare, di stare vicino a chi soffre” riconoscendo nei più fragili il “grido silenzioso del Crocifisso”.
Solo così è possibile farsi eco fedele e profetica della voce di chi è nel bisogno, spezzando ogni cerchio di isolamento, di solitudine e di sordità.
L’ultima indicazione del Papa riguarda la necessità di vincere l’indifferentismo, l’insensibilità agli altri, la delusione di chi non vede futuro. La strada è quella della speranza rappresentata dall’amore di Cristo, nella certezza che la vita personale e la storia nel suo insieme sono proprio custodite “nel potere indistruttibile dell’Amore”, sosteneva Benedetto XVI, che va al di là degli insuccessi e dei fallimenti. Un’indicazione che vale soprattutto, sottolinea il Papa, in “un mondo sempre più ripiegato su sé stesso”.
In Lui e con Lui, sul nostro cammino non ci sono più vicoli ciechi, né realtà che, per quanto dure e complicate, possano fermarci e impedirci di amare con fiducia Dio e i fratelli.
Citando Papa Francesco, Leone XIV ricorda quanto detto sull’importanza di proseguire nel lavoro con gioia, “mediante il buon giornalismo, che non aderisce ad altro schieramento se non a quello del Vangelo, ascoltando tutte le voci e incarnando quella docile mitezza che fa bene al cuore”. Inoltre il Papa, sempre facendo riferimento a Francesco e condividendone il pensiero, sottolinea che una rivista è cattolica “solo se possiede lo sguardo di Cristo sul mondo, e se lo trasmette e lo testimonia”.










