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FEDE E RELIGIONI | 26 luglio 2025, 14:00

Gaza: davanti all’orrore non ci si può voltare dall’altra parte

Morire di stenti davanti a un mondo tecnologico che documenta e racconta: politica e governi non possono far finta di nulla. Solo concretizzando vie di aiuto e pace si irrobustisce il lavoro della diplomazia, si costruisce un’umanità vera

Gaza, una mamma abbraccia suo figlio denutrito  (MAHMOUD ISSA)

Gaza, una mamma abbraccia suo figlio denutrito (MAHMOUD ISSA)

Massimiliano Menichetti - VN

Quanto bisogna ancora aspettare, cos’ altro dobbiamo vedere, per fermare la barbarie della guerra - come recentemente ha ribadito anche Papa Leone - che viene quotidianamente da Gaza? Ogni guerra è terribile e va fermata: in Ucraina, Sudan, Myanmar, Yemen… anche solo l’uccisione di una singola persona determina il cambiamento dell’intera umanità, ma a Gaza non si muore più solo per l’orrore della guerra, si muore per la fame, non più usando solo le armi: i bambini smettono di piangere, gli anziani di abbracciare, gli adulti di camminare, perché il cuore si ferma, senza più respiro e forza, il corpo non ha più risorse.

Senza cibo e acqua si muore di stenti davanti ad un mondo informato, tecnologico, che racconta, documenta e divora ogni accadimento con video, foto e che non sconfigge la disumanità. Davanti a tutto questo non si può rimanere indifferenti, non ci si può anestetizzare o voltare lo sguardo da un’altra parte dopo aver visto orrori e violenze. Tutti siamo chiamati ad essere costruttori di pace, di accoglienza, di dialogo, di fraternità, di speranza ed ognuno è una voce che può sostenere il bene, la dignità, la vita. E tante voci che diventano azioni di soccorso, di mediazione, di sostegno non si possono ignorare: la politica, i governi non possono far finta di nulla. E così si irrobustisce il lavoro della diplomazia, si concretizzano vie di aiuto e si costruisce un’umanità vera, in cui la pace non è solo una parola invocata, ma un fatto.

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