Di Andrea Gagliarducci -ACI Stampa
Non sarà un viaggio dai temi politici, e non sarà un viaggio nelle istituzioni europee. Quello di Papa Francesco in Belgio e Lussemburgo nasce come un viaggio pastorale, con una occasione precisa: i 600 anni dell’Università Cattolica di Lovanio, stabilita da Martino V nel 1425. Una occasione che è il centro della visita, e che va a toccare anche le divisioni della società belga, perché Lovanio dal 1968 è diventata due università: la Katholieke Universiteit Leuven, di lingua fiamminga, e la Université Caholique de Louvain, di lingua francese, con sede a Louvain-la-Neuve.Papa, una cittadina costruita proprio per dare una sede a questo nuovo campus. Ma sarà anche un viaggio che culminerà con la beatificazione di Anna da Gesù, una mistica carmelitana, e poi incontri con i rifugiati e con le vittime di abusi.
Francesco parte così il 26 settembre per un viaggio di tre giorni nel cuore dell’Europa. Una tappa in Lussemburgo, molto breve, dove incontrerà i Granduchi, la società civile e poi i religiosi. Poi, sempre a Bruxelles, a dormire in nunziatura, facendo avanti e indietro con Lovanio, Louvain-la-neuve, e Koekelerg, la quinta basilica più grande del mondo e unica in art deco, la cui costruzione è iniziata nel 1905 per celebrare i 75 anni di indipendenza del Belgio ed è terminata solo nel 1971, quando comunque Pio XII la aveva proclamata già da almeno venti anni Basilica Minore.
Viaggio numero 46 di Papa Francesco, che con Belgio e Lussemburgo tocca quota 67 Paesi visitati nel corso dell’anno. Durante la Messa finale, la beatifcazione di Anna di Gesù (1545 – 1621), al secolo Anna di Lobera, monaca professa dell’Ordine delle Carmelitane Scalze, formatrice secondo il carisma di Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce. Un miracolo attribuito alla sua intercessione è stato riconosciuto il 14 dicembre 2023.
La beatificazione è il culmine di un viaggio in due Paesi che hanno molte cose in comune.
I reali delle due nazioni sono cattolici – i belgi hanno cominciato la dinastia da Protestanti, ma presto si sono convertiti al cattolicesimo – e sono molto legati, tanto che i Granduchi di Lussemburgo dovrebbero essere presenti alla Messa finale allo stadio Re Baldovino, che in Italia conosciamo come stadio Heysel e ci porta ricordi molto tristi.
Ma sono diversi i fili rossi che collegano i due viaggi. Entrambe le nazioni vivono una forte secolarizzazione, entrambe le nazioni sono nazioni multiculturali e multilingue, entrambe le nazioni sono Paesi fondatori dell’Unione Europea e sede di istituzioni europee.
E poi, c’è il tema della pace, perché il Belgio è luogo di grandi battaglie della I e II guerra mondiale – e a Ypres si usò per la prima volta l’arma chimica che poi fu chiamata iprite – e allora, sottolinea il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni, ci si può aspettare dal Papa “una parola al cuore dell’Europa, sul ruolo che vuole vedere per il futuro. Pensiamo al discorso dell’accoglienza, allo sguardo oltre i propri confini, alla solidarietà tra i Paesi”, affrontando, il “tema della pace come vocazione che nasce dal cuore dell’Europa”, in “terre che hanno lavorato per creare le condizioni della pace mentre il continente rischia di essere trascinato in un conflitto”.
E poi c’è un potenziale filo rosso, che riguarda una rosa. Non si sa ancora se il Papa porterà una Rosa d’Oro nel Santuario del Sacro Cuore di Koekelberg, come si fa ultimamente con i santuari di grande devozione. La porterà sicuramente per la statua di Maria Consolatrice degli Afflitti, che in Lussemburgo si venera da 400 anni. Tuttavia, la tradizione vera della Rosa d’Oro prevedeva che questa fosse regalata a personalità del mondo cattolico, e l’ultima personalità che la ricevette fu la Granduchessa Carlotta di Lussemburgo, nel 1956. Ora, se tutto andrà per il verso giusto, sarà il Belgio ad offrire una rosa al Papa. Ma sarà un fiore reale, un impianto di una specie particolare di rosa, che dovrebbe essere intitolata a padre Georges Lemaître, lo scopritore del Big Bang, che, guarda caso, si era formato a Lovanio.
Lovanio, dunque. Una potenza economica in Belgio, con 30 mila posti di lavoro, tre cliniche, una cittadina universitaria grandissima, e la fama di università di teologia progressista post-conciliare, considerando che lì si erano formati il Cardinale Suenens, e i teologi domenicani Schilebeeckxx e Gustavo Gutierrez, peruviano, fondatore della Teologia della Liberazione, che tra l’altro, per uno scherzo del destino, è in fin di vita proprio mentre il Papa va a visitare la sua Alma Mater.
Papa Francesco visiterà le due realtà di Lovanio. Nell’Università Cattolica di lingua francese, l’incontro sarà con gli studenti.
I temi scelti per la discussione sono: le radici teologiche e filosofiche attorno alle crisi sociali e ambientali; le emozioni – come l’eco ansia – e il coinvolgimento; le disuguaglianza; il posto degli uomini e delle donne; il ruolo della sobrietà e della solidarietà.
Questi temi si svilupperanno in una sessione di domande e risposte tra il Papa e la comunità universitaria. Sarà da vedere se il Papa si atterrà alle risposte preparate o parlerà a braccio.
A Leuven, nella parte fiamminga, Papa Francesco incontrerà invece i professori. Il tema centrale dell’incontro saranno le migrazioni, tema ad alto tasso di implicazioni politiche, in un Belgio che vive con preoccupazione l’avvento dei nuovi populismi che si sono affermati alle ultime elezioni.
Altro tema della visita sarà quello degli abusi sui minori. La Chiesa belga è stata scossa dal dramma degli abusi, c’è stata una commissione della Chiesa, una commissione del governo. La Chiesa in Belgio ha fatto un profondo esame di coscienza, sebbene poi il caso degli abusi torni spesso nell’opinione pubblica, e ha portato alla formazione di una nuova commissione.
La Conferenza episcopale belga sta attualmente lavorando ad un piano d'azione adeguato per la sua lotta continua contro gli abusi nella Chiesa cattolica.
Il piano prende le mosse parzialmente sulle raccomandazioni delle commissioni parlamentari, ma anche sui risultati della ricerca in corso all’Università Cattolica di Lovanio e al dialogo con le vittime. In maniera molto significativa, l’arcivescovo di Bruxelles – Malines Luc Terlinden è diventato responsabile della questione abusi in seno alla conferenza che presiede. Il suo incarico resterà fino all’entrata in vigore del nuovo piano di azione. Anche Terlinden potrebbe affrontare il tema degli abusi.
Papa Francesco incontrerà in privato 15 vittime di abusi, delle quali non è stata rivelata l’identità. L’incontro si svolgerà in totale riservatezza, e sarà comunicato solo dopo che è avvenuto.