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FEDE E RELIGIONI | 01 marzo 2024, 12:00

I media vaticani, un servizio globale e prossimo

Il vicedirettore generale per gli Affari Generali del Dicastero per la Comunicazione, che 27 anni fa iniziava il suo servizio nella Radio Vaticana, lascia per un nuovo incarico nella diocesi di Cremona, sua terra natale. Lo sviluppo della Radio del Papa fino al contesto attuale nei ricordi di un protagonista

Da sinistra: Alessandro Gisotti, Giacomo Ghisani, Massimiliano Menichetti e Andrea Tornielli

Da sinistra: Alessandro Gisotti, Giacomo Ghisani, Massimiliano Menichetti e Andrea Tornielli

Una lunga traiettoria che ha visto la Radio del Papa, quella delle onde hertziane e del mondo analogico, entrare nell’orizzonte digitale e multimediale fino all’approdo attuale disegnato dalla riforma di Papa Francesco. È quella che ha accompagnato il vicedirettore generale per gli Affari Generali del Dicastero per la Comunicazione Giacomo Ghisani, che oggi conclude dopo 27 anni il suo servizio nei media vaticani e nella Santa Sede. Nella storia di Ghisani - che ha cominciato i primi passi nella Radio Vaticana e al quale nel giorno del congedo è stata conferita la commenda con placca dell’Ordine di San Silvestro - si coglie il riflesso di alcune delle tappe più significative dei cambiamenti avvenuti nel sistema comunicativo della Santa Sede.

L'intervista integrale a Giacomo Ghisani

Una storia di modernità

“Nei 27 anni che ho trascorso qui - osserva Ghisani - il mondo della comunicazione si è molto evoluto. Il mio ricordo è più una sensazione: quando entrai ebbi abbastanza chiaro quasi da subito che mi trovavo in una realtà che combinava elementi di tradizione con elementi di estrema modernità e attualità”. Ghisani ricorda che all’epoca erano importanti, come oggi ma in modo più marcato, le onde medie, le onde corte, che consentono tuttora alla Radio di trasmettere in luoghi del mondo privi di tecnologie più moderne. L’emittente pontificia era stata anche tra le prime a dotarsi di una rete Internet, su cui aveva avviato il processo di produzione editoriale. “Eravamo dotati - ricorda - di impianti satellitari rilevanti e siamo stati tra i primi in Vaticano a lavorare per email. Questo secondo me dimostra bene l’unione tra tradizione e innovazione, che deve essere sempre presente nel modo in cui raggiungiamo gli ascoltatori”.

L’integrazione dei media vaticani

Alla domanda sui momenti più impegnativi, Ghisani replica: “Più che impegnativi sono stati momenti sfidanti. Tutto l’impianto comunicativo ha dovuto aggiornarsi facendo integrare la radio, la televisione, la Libreria Editrice Vaticana, le piattaforme social sotto una realtà unitaria che in qualche modo coordinasse, tutti gli sforzi”. E questo, sottolinea, “è stato un processo di costruzione di qualcosa di nuovo che ha richiesto a tutti di mettere in gioco le nostre migliori energie. Quindi molto sfidante, ma anche molto faticoso. In questi casi la creatività aiuta molto”.

Il lavoro nell’Ebu

Tra le responsabilità di rilievo assunte da Ghisani, figura il suo ventennale lavoro di rappresentanza della Radio Vaticana in seno all’Ebu, ovvero l’European Broadcasting Union, la più grande associazione di emittenti pubbliche del mondo, culminato più avanti con l’elezione per tre mandati consecutivi nel board del direttivo. Ghisani la definisce “un’esperienza unica” e mette in risalto l’“intuizione” che ebbe Pio XII all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, quella di consentire che “la Radio Vaticana fosse presente in quella realtà, riconoscendo che il servizio che noi facciamo è un servizio generalista, ovviamente cristianamente orientato ma con una sua rilevanza pubblica”.

Le tre parole

Se dovesse scegliere tre parole per descrivere gli anni al servizio della Santa Sede, per Ghisani sarebbero “universalità, prossimità e servizio”. La prima perché, sostiene, ”lavorare per la Santa Sede significa mettersi a disposizione della missione universale del Papa e la Radio Vaticana con le sue molte lingue si pone esattamente in questa dimensione”. La prossimità sta nel “lavoro di inculturazione” per far giungere a tutti “il messaggio cristiano e gli insegnamenti del Papa”. Il servizio “è quello alla Chiesa, alla Santa Sede, e ai fedeli che ci aspettano, soprattutto quelli che non hanno la possibilità di accedere ad altre forme di informazione”.

Gli auguri alla Radio Vaticana

“Sono arrivato “bambino”, sono cresciuto e adesso è il momento di cambiare, ma lo faccio con tanta gratitudine verso la Radio Vaticana”, afferma Ghisani, che tornerà nella città di origine, Cremona, “per una nuova sfida che mi metterà a contatto con la comunità, con il territorio”. Sarà una sfida, aggiunge, che vivrà portando con sé la visione maturata nel lavoro all’interno della Santa Sede, “quindi spero in un’ottica di restituzione, di poter mettere a disposizione ciò che di buono e di bello ho imparato stando qui a favore di chi incontrerò sul mio nuovo cammino professionale”. L’augurio per Ghisani è quello di “poter mantenere come sistema comunicativo della Santa Sede quella libertà che ci ha sempre contraddistinto. Libertà dall’agenda politica del giorno per seguire l’agenda dell’umanità, dei grandi temi che sfidano l’umanità, perché - conclude - sono quelli la priorità ed è quello che dobbiamo raccontare e servire”.

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