Il silenzio dei sindacati valdostani e l'apparente indifferenza degli agricoltori attivi in Valle d'Aosta di fronte alle proteste nazionali degli agricoltori sollevano interrogativi più ampi sulla dinamica socio-economica della regione alpina. Mentre le proteste agricole coinvolgono diverse Regioni d'Italia, la Valle d'Aosta sembra indenne, ma tale situazione non può essere considerata un motivo di vanto. Al contrario, potrebbe essere interpretata come una conferma dello strano torpore che avvolge la politica valdostana, come evidenziato in precedenza.
Al cuore delle proteste agricole a livello nazionale vi sono richieste di maggiori aiuti economici e di una riduzione delle restrizioni legate alla transizione ecologica, tematiche che, forse in maniera inconsapevole, coinvolgono anche la Valle d'Aosta. Nonostante le iniziative di protesta degli agricoltori che si sono diffuse in Europa nelle ultime settimane, con Bruxelles come esempio emblematico, la Valle d'Aosta sembra rimanere in silenzio. Eppure, i problemi esistono anche qui.
La Politica Agricola Comune (PAC) dell'Unione europea, elemento centrale delle proteste a livello nazionale, regola gli incentivi comunitari per gli agricoltori e stabilisce le regole da seguire per ottenerli. La mancanza di sostegno e sussidi all'agricoltura, oltre alle difficoltà economiche degli agricoltori, sono temi che vengono sollevati in tutta Europa, ma in Valle d'Aosta sembra regnare il silenzio. Dove sono i sindacati di categoria e gli agricoltori locali in questo contesto?
Il silenzio dei sindacati valdostani e il presunto distacco degli agricoltori locali potrebbero riflettere una mancanza di consapevolezza delle sfide e delle opportunità legate alle politiche agricole europee e nazionali. La situazione potrebbe anche indicare una sottovalutazione delle problematiche che potrebbero influenzare direttamente gli agricoltori valdostani, come la riduzione delle agevolazioni economiche nazionali e la possibile reintroduzione dell'imposta sui redditi agricoli.
In un contesto dove molte delle rivendicazioni degli agricoltori riguardano la PAC, l'assenza di voce attiva da parte dei sindacati e degli agricoltori valdostani può essere interpretata come un funerale silenzioso del comparto agricolo locale. La richiesta di svegliarsi, espressa attraverso il richiamo all'indimenticato sindacalista Gerardo Beneyton, pone l'accento sulla necessità di una partecipazione più attiva, di un impegno collettivo e di una solidarietà pubblica per affrontare le sfide che il settore agricolo sta vivendo, anche in una regione apparentemente tranquilla come la Valle d'Aosta.
Ma di tutto questo nessuno ne parla. Come se gli agricoltori valdostani vivessero in una zona franca.
Sveglia sveglia sveglia. Avrebbe detto l’indimenticato Gerardo Beneyton, ultimo vero sindacalista dei nostri campagnards o Giardinieri delle Alpi come era solito dire parlando degli agricoltori valdostani. Se proprio non vogliono protestare sarebbe quanto meno utile esprimere pubblica solidarietà.