L’orizzonte della ripresa dipende molto dal contesto politico che manifesta indecisione ed incertezze sul piano delle prospettive di crescita. La politica riesce a mantenere libero il piano delle risoluzioni, ma spesso manca proprio l’impulso sociale che trova difficoltà ad incrociare la condivisione delle scelte necessarie. L’Italia può vincere le contingenti difficoltà della vita reale dei cittadini, ma è chiara l’esigenza di una consapevole partecipazione della gente comune.
Combattere gli sprechi, vincere le indecisioni, correre verso le soluzioni: sono questi paradigmi del nuovo ragionamento in grado di espandere le certezze e di eliminare ogni agente inquinante sia esso politico che esistenziale. Sono tante le tappe della risalita verso gli estremi sostegni delle nostre vite prese in ostaggio dalle incognite del futuro.
Intanto, bisogna riconoscere che ogni inizio è possibile nel contesto italiano che parte dalla assicurazione di un quadro logistico inclusivo e garantito sul piano esplicito della democrazia. Se il nostro Paese riesce a fare la pace con le proprie contraddizioni, allora si spalanca un orizzonte davvero originale di possibilità creative prodomiche di crescita e di progresso.
Non basta tirare a campare, sapendo di avere alle spalle alcune formidabili certezze garantite dal linguaggio costituzionale; occorre andare oltre l’evidenza per costruire occasioni nuove di impegno politico e sociale. In definitiva è possibile correggere gli errori della casualità e della improvvisazione assumendo la consapevolezza di una base di partenza del tutto positiva e rassicurante. Sono troppe le leggi in vigore nella nostra Repubblica ed ogni governo si sente in dovere di aggiungere sempre nuove disposizioni. Occorre, invece, fare la differenza: eliminare gradualmente quel surplus di obblighi che soffoca l’impresa democratica affidata al Parlamento della Repubblica.
Deve cioè prevalere la consapevolezza del pubblico interesse sulla mera applicazione di norme spesso superate dalle nuove esigenze di libertà e di democrazia. La forza della democrazia consiste proprio in questa capacità di offrire nuove iniziative alle masse popolari senza chiudere il discorso del superamento di norme cogenti spesso estranee al tessuto sociale creatosi dopo l’impianto stesso della formazione legislativa. La produzione legislativa, sempre più animata da iniziative e da prerogative invocate come scusanti, deve tenere conto del sentimento popolare e di una giustizia sociale credibili.
Compito primario della legge è quello di servire l’interesse pubblico e non di sciuparlo nelle eccessive quanto inutili sofferenze del buon senso popolare, che è la materia prima per costruire una democrazia aperta e condivisa.