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Autonomie VdA | 11 febbraio 2023, 08:00

MISURARSI CON IL FUTURO SENZA SPRECARE LE RAGIONI DEL PASSATO

L’Italia non parla all’Europa non già perché non ha nulla da dire, ma semplicemente perché si tratta di due linguaggi diversi: quelli del dire e quelli del “fare”

MISURARSI CON IL FUTURO SENZA SPRECARE LE RAGIONI DEL PASSATO

Per avere un’idea della misura di un clima politico incerto ed in preda ad una occasionale finestra temporale, basta vedere l’Italia nei sui rapporti con l’Europa. Siamo sempre gli ultimi a trovare un minimo allineamento alle sfide continentali perché dobbiamo ancora smaltire gli arretrati di un sistematico ritardo rispetto a scelte davvero incisive.

Anche le votazioni, che pure si susseguono nei tempi previsti, non  sembrano cambiare quello che è un panorama non certo esaltante di traguardi lasciati in sospeso. Dante diceva: “Le leggi son… ma chi pon mano ad elle?”, ed aveva non solo capito tutto, ma anche anticipato la sostanza di un  percorso che, pur essendo tracciato, pare inesistente. Siamo fermi su tutta la linea del cambiamento reale di istituzioni che non riescono ad imporsi sull’andazzo generale, una stanchezza istituzionale che si intravvede anche nelle leggi varate dal Parlamento, leggi che sembrano provvedimenti privi di convincimento e semplici parole di routine.

L’Italia non parla all’Europa non già perché non ha nulla da dire, ma semplicemente perché si tratta di due linguaggi diversi: quelli del dire e quelli del “fare”. In un simile quadro di riferimento, dove neppure le leggi dello Stato lasciano il segno, pretendere sviluppo e progresso appare un sogno irrealizzabile, anche se tutto lascia intendere che sia a portata di mano. Prendiamo il turismo della nostra cara Penisola: poteva essere l’occasione per creare una forza lavoro di primo ordine, ma è rimasto solo un terreno fertile per le promesse passate e future.

Di questo passo, sarà difficile assurgere al primato europeo che resta un obiettivo reale giustificato proprio dal livello di offerta del nostro patrimonio artistico-culturale. l’Italia è in grado dio farcela, cioè può fare passi in avanti anche sul piano della concorrenza tra le Nazioni, ma ci vuole una presa di coscienza che investa gli Enti Locali e le Regioni in uno sforzo programmatico di più ampio respiro. Abbiamo materiale per forgiare un’opera d’arte, ma occorre uno sforzo congiunto di tutte le energie disponibili per raggiungere un così ambizioso traguardo.

La fotografia della fase politica che stiamo attraversando appare sbiadita e crea un certo pessimismo gettando ombra sulle aspettative di un progresso che era e che è nelle corde di un Italia che tutti vorremmo vedere crescere prosperosa ed orgogliosa della propria storia. Forse, siamo solo la retroguardia di un esercito in fuga, ma non dobbiamo mai rinunciare all’idea che si può sempre fare meglio e di più per garantire gli interessi generali dello stato ed il benessere comune. Josemaría Escrivá de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei (nella foto) diceva: “ Non volare come le galline, quando puoi elevarti come le aquile”.

gianfrancofisanotti@gmail.com;

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