Sono tante le notizie che ogni giorno raggiungono ciascuno di noi e che non sempre lasciano impronte durature di ottimismo. Di fronte alla marea di parole che pervade la realtà non rimane che ascoltare la voce del buon senso e della pazienza, ricordando che bisogna rimanere fedeli ai valori di una società libera e democratica.
Il contenuto, spesso, è meno grave dell’annuncio che lo ha preceduto ed una buona dose di realismo incoraggia sempre la saggezza. V’è un detto popolare che aiuta e che recita : “Non tutto il male viene per nuocere”. Certo, chi si accontenta gode, ma noi non possiamo fermarci alle prime impressioni. L’Europa fatica molto a cambiare verso, passando dalle rendite negoziali legate all’intrinseca forza della sua dimensione continentale, al passo successivo di una evoluzione in grado di suscitare la forza del progresso. L’Europa, appunto, sembra talvolta immobile ed arroccata nel suo retaggio storico e culturale, ma in effetti essa si connette con il futuro proprio per continuare a vivere in pieno la sua storia.
Essa si muove insieme ad ogni singola Nazione e la nutre con la sua provvista di secolari tradizioni, difficili da scalfire ed oltremodo utili come riferimento immune dalle svolte di promesse improvvisate. In parole semplici, quando si vive in Europa, quando si affronta l’Europa bisogna mettere da parte ogni gratuita intenzione ed ogni parola inservibile, perché la posta in gioco è davvero la credibilità degli stessi interlocutori.
La via di uscita dei corridoi abbastanza scuri nei quali si aggirano ancora i debiti del passato, è guardare con fiducia alla depurazione dei luoghi comuni, una speranza che cresce e si rafforza con il tempo che passa e che aiuta in ogni circostanza per difficile che essa sia. Dobbiamo cioè prendere coscienza che noi non siamo chiamati a saldare i conti con la storia che ci riguarda, ma che ciò non di meno dobbiamo partire proprio da quella storia ingrata per imbastire la prospettiva di un futuro privo di promesse fasulle ed ancorato a principi di partecipazione e di sicura democrazia.
Così, possiamo evitare ogni improvvisazione e lasciare scorrere le nostre vite sui binari di una società capace di essere madre e non matrigna per i suoi figli, cioè per noi che abbiamo bisogno di certezze prive di incognite o peggio ancora aggravate da eredità di memorie tradite.
Sappiamo chi siamo e da dove veniamo, conosciamo gli errori che ci hanno preceduto con danni irreparabili, ma dobbiamo accettare l’eredità del passato senza trangugiarla in fretta ed anzi partendo da essa per dare un senso al tempo che verrà. Non è mai troppo tardi per fermare la deriva di vite perse che, invece, possono essere portatrici di una rivalsa sul declino del passato.