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Autonomie VdA | 26 novembre 2022, 10:30

LE FAMIGLIE ATTENDONO RISPOSTE CONCRETE

Dobbiamo parlare a tutti, aiutare i più deboli senza inventare alleanze con una nazione che tra l’altro non fa neanche parte dell’Europa

LE FAMIGLIE ATTENDONO RISPOSTE CONCRETE

Continua l’altalena della politica come se le elezioni non fossero finite: i problemi ci assillano senza sosta e le famiglie attendono risposte concrete. Non servono gli appelli alla concordia perché la politica non è mai sazia di polemiche e mette bandierine anche sul superfluo.

Chi ha imboccato la strada delle dimissioni ha preso tempi lunghi per preparare la sua successione: il terreno si fa aspro ed ecco gli ultimi colpi di propaganda per contrastare gli avversari.

La lezione elettorale e la stessa sconfitta, lungi dall’essere accettate, sono pretesti per aggravare il confronto gelando le soluzioni. Quello che doveva essere il campo largo è stato invece un labirinto di nuovi contrasti che mortificano ogni alternativa. Anche i prossimi passaggi elettorali saranno un Vietnam per chi non si rassegna a cambiare.

La saggezza del Quirinale ha spento l’incendio che stava divampando nelle aule parlamentari, ma ci vuole ben altro per andare oltre. Regge la democrazia, ma essa muove con difficoltà per uscire dal pantano della guerra e della pandemia sociale con tutte le enormi diseguaglianze che già dividono le genti d’Italia. Chi deve governare faccia il suo dovere ed apra al confronto nel superiore interesse della Nazione.

Chi invoca la pace ha ragioni da vendere – basta sentire l’umore della gente in Italia ed in Europa – ma deve nel contempo ricordare che la pace si conquista rispettando le minoranze e le regole internazionali e non aggiungendo forza ad una delle parti in causa: per essere credibile, il sostegno deve essere imparziale.

Stiamo già pagando un alto prezzo in termini di spesa pubblica e di caro energia e non possiamo certo permetterci la condizione di cobelligeranti o, peggio ancora, quella di arbitri in una controversia dove con tutta evidenza le ragioni non stanno da una sola parte. La dialettica heghelliana ci insegna che ad ogni azione corrisponde un’altra azione contraria.

Dobbiamo, quindi, parlare a tutti, aiutare i più deboli senza inventare alleanze con una nazione che tra l’altro non fa neanche parte dell’Europa. L’Unione Europea non può e non deve farsi trascinare verso la terza guerra mondiale. Aiutiamo il popolo che soffre, ospitiamo i rifugiati ma non alimentiamo altre disgrazie. Né dobbiamo dimenticare i moniti di Kissinger e di Aldo Moro sulla convenienza di buoni rapporti con tutti gli Stati dell’area continentale.

L’Italia deve essere illuminante in Europa e lungimirante verso l’Oriente evitando di cadere nella trappola delle appartenenze. Essere fedeli, giustamente, al Patto Atlantico ed Amici dell’America non significa andare a servire cause perse.

L’Italia vuole la pace e ripudia la guerra: lo dice la nostra Costituzione e dobbiamo tenerlo a mente ogni ora che passa.

gianfrancofisanotti@gmail.com

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