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Autonomie VdA | 15 ottobre 2022, 08:00

CLAUDE MONET: LA RISCOSSA DELLE SENSAZIONBI E GLI OPACHI BAGLIORI DELLA PACE

Occorre ristrutturare l’idea stessa della pace, perché pare evidente che non bastano più nemmeno gli appelli dell’ONU e le accorate preghiere del Papa

CLAUDE MONET: LA RISCOSSA DELLE SENSAZIONBI E GLI OPACHI BAGLIORI DELLA PACE

Prima di dedicarsi alle luci della campagna, alle coste della Normandia ed ai viaggi, Claude Monet – il padre della pittura impressionista, qui nel ritratto di Renoir – si era dedicato alle tematiche industriali ed a quelle della metropoli nella seconda metà dell’ ‘800. Interessante l’olio su tela del 1887 intitolato “Ponte d’Europa e stazione di Saint-Lazare” esposto nella terza mostra impressionista nel gruppo dei parchi cittadini.

Quest’opera del Musée Marmottan di Parigi mostra come il vapore emanato dalle locomotive inghiotte i palazzi sullo sfondo del quartiere “de l’Europe” smorzando al massimo i colori delle persone che si muovono tra i treni.

Oggi, altri vapori investono palazzi e persone, mentre i treni si riempiono di gente in fuga dalla bombe e non si tratta di una impressione, bensì di tragiche realtà che stanno ritagliando ogni speranza di pace. Oggi, i quartieri d’Europa sono come frapposti tra la costruzione di una civile convivenza e la distruzione che prosegue imperterrita ai confini del Continente.

Occorre ristrutturare l’idea stessa della pace, perché pare evidente che non bastano più nemmeno gli appelli dell’ONU e le accorate preghiere del Papa. Mentre l’impressionismo di Monet, seguito con successo da Pierre-Auguste Renoir, trasforma gli effetti della luce sull’ambiente naturale in una vera e propria impressione, l’impressione dei tempi nostri – così oscuri e pieni d’interrogativi – non fa che lucidare il timore di una terza guerra mondiale intera o a pezzi, colorata dalla pesante minaccia atomica.

Che vita è questa che ci lasciamo alle spalle, impotenti come siamo di fronte all’arma finale?. E’ questa la vita che lasciamo in eredità alle generazioni future, incapaci come siamo di suscitare fermenti di tregua in questo bagno di sangue? Com’è lontana la riscossa del buon senso e, con essa, la certezza di un futuro in grado di nutrire il successo della vita sul tramonto della civiltà dei morti che è persino difficile da ricordare dopo secoli di inutili guerre. Sono passati millenni, ma nulla è cambiato: se mai è peggiorato l’uso della forza con armi e mezzi sempre più sofisticati. Come si fa ad uscire dalla crisi?

È molto semplice: le grandi potenze devono decidersi a servire la pace ed il progresso dei popoli della Terra, dimenticando i sogni di egemonia politica e commerciale. I contorni della pace sono chiari a tutti e non hanno bisogno di effetti luminosi o di banali promesse. Chi sa che cosa direbbero Monet e Renoir delle nubi che si levano quando cadono le bombe, mentre la gente fugge impazzita dal terrore e si contano le vittime innocenti.

Forse, è ora di tornare a piedi verso la stazione di Saint-Lazare. A ben pensare, v’è minima differenza tra l’impressione e la sensazione di essere finiti in un incubo senza fine. 

gianfrancofisanotti@gmail.com

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