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AMBIENTE | 07 agosto 2022, 21:18

Estremizzazione del clima e alluvioni lampo sull Alpi

Nelle ultime 48-72 ore, è bastata una modesta avvezione in quota di aria più fresca di derivazione mitteleuropea per determinare fenomenologie che sono sempre avvenute durante le estati alpine ma in maniera arealmente più sparsa e temporalmente meno frequente

Estremizzazione del clima e alluvioni lampo sull Alpi

“Nelle ultime 48-72 ore, è bastata una modesta avvezione in quota di aria più fresca di derivazione mitteleuropea per determinare fenomenologie che sono sempre avvenute durante le estati alpine ma in maniera arealmente più sparsa e temporalmente meno frequente” .

“Climatologicamente, in media, su quasi tutto il territorio italiano, la prima decade di Agosto è il periodo più caldo della anno e sui rilievi alpini e prealpini quello più temporalesco (e più piovoso) dell’anno. Di conseguenza, molti eventi alluvionali o gravitativi alla scala locale recenti o meno recenti hanno provocato non solo danni ingenti ma anche perdita di vite umane come avvenuto a Vipiteno.

A causa del GW purtroppo la finestra temporale caratterizzata da fenomeni brevi (intendendo per brevi quelli di durata non superiore alle due ore) ed intensi si sta sempre più temporalmente estendendo.

Nelle ultime 48-72 ore, è bastata una modesta avvezione in quota di aria più fresca di derivazione mitteleuropea per determinare fenomenologie che sono sempre avvenute durante le estati alpine ma in maniera arealmente più sparsa e temporalmente meno frequente. Nella fattispecie tutte le valli dolomitiche s.l. sono state interessate da nubifragi, spesso grandinigeni che hanno apportato cumulate spesso superiori ai 100 mm e con ratei semi orari degni di fenomeni intertropicali.

Ovvie le conseguenze sull’ambiente fisico, con estesi e frequenti “alluvioni lampo” che hanno causato i prima citati danni di notevole magnitudo, con perdita di vite umane. Ed il rischio per popolazione e turisti è costantemente in agguato, vista l’enorme quantità di energia che da oltre un mese si stata accumulando su tutto il territorio italiano e soprattutto nei mari che lo circondano, con quote dello zero termico sempre notevolmente superiori ai 4000m.

Le condizioni di instabilità atmosferica perdureranno sulla dorsale alpina per almeno altre 36-48 ore. Inoltre, in caso di “finestre” di bel tempo, molto frequenti nelle ore antimeridiane, le prima evidenziate condizioni termica continuano a favorire la fusione degli apparati glaciali e del poco permafrost interstiziale presente alle quote sommitali dei nostri monti.

Tutto ciò continua a causare cadute di sassi, massi e qualche crollo di notevoli dimensioni. E dunque viene spontaneo  rinnovare l’invito alla massima attenzione, in un momento di massima frequentazione turistica delle montagne più belle del mondo,  su tutto il territorio montano a partire dai fondivalle, specie alla confluenza dei "torrenti di montagna" nei corsi d’ acqua principali in occasione di precipitazioni intense all’alta montagna, laddove continuano ad esserci condizioni favorevoli a fenomeni di improvvisi crolli o dissesti gravitativi s.l. provocati dalle elevate temperature. E probabilmente, visto il segnale climatico recente, dovremo sempre più abituarci a tal fenomeni meteorici estremi ed anche in questo caso adattarci a ciò che la natura ha in serbo”.

Massimiliano Fazzini, Climatologo – Responsabile del Team sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale.

red.

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