Ecco tornare uno dei concetti di base di Nietzsche: “Noi – scriveva (Opere, Adelphi, volume VIII°, tomo 2) – abbiamo bisogno della menzogna per vincere questa “verità” cioè per vivere”. Ed ancora: … “La verità, il mondo così com’è, ha un volto orrendo. Guardarlo è perire. Bisogna dunque coprirlo per sopravvivere. E ciò che copre la verità è menzogna”: così, Emanuele Severino sul “Corriere della Sera” dell’8 gennaio 1988.
Anche Leopardi nel “Dialogo di Timandro e di Eleandro” parla a lungo del “misero e freddo vero” che prostrano l’animo umano togliendo la voglia di assaporare la vita. Inutile, per Leopardi, anche ignorare “l’infelicità necessaria” dell’Uomo o sperare nella filosofia come forma di rimedio poiché “l’ultima conclusione che si ricava dalla filosofia vera e perfetta è che non bisogna filosofare”.
E va bene, lasciamo perdere la filosofia che, poi, è l’unico rimedio contro la filosofia e pensiamo al “principio di non contraddizione” enunciato da Platone e ripreso da Aristotele: non si può dire che la mucca è una gallina, che una strada è una casa, che un cavallo è un cane: niente e nulla può essere “l’altro” da sé. Quindi, non possiamo dire che la guerra in Ucraina è iniziata il 24 febbraio 2022 perché è storia il contrario e cioè che è iniziata nel 2014.
Questo principio di verità è orrendo e persino scomodo perché l’Occidente guardava da un’altra parte, ma è la pura verità. Se si vuole ricomporre un minimo di giustizia occorre guardare in faccia l’orrenda verità. Per esempio, bisogna illuminare l’importante figura di Stepan Bandera eroe dell’Ucraina, odiato invece nell’Est. Dopo 8 anni, gli atti consumati trovano risposte pesanti espresse in scontri senza quartiere. Questa è la guerra che nessuno vuole, questa è la verità che si fa strada fra varie propagande circolanti.
Chiodo scaccia chiodo, filosofia blocca filosofia, parole smembrano altre parole: muoiono innocenti. La verità può essere taciuta, ignorata, vituperata; ma prima o poi si fa strada, come nel caso della strage di Capaci sulla quale tutti si allargano, dimenticando che essa era prevedibile, annunciata, attesa specie dopo il maxi processo.
Infine, tra gli ingredienti di questi tempi oscuri, bisogna pur dire che alimentando gli scontri con nuove armi, la pace si allontana, sono a rischio nuove vite, sono bloccati i rifornimenti di grano ai popoli affamati della Terra. Nel 1999 la NATO ha bombardato la Serbia, nel 2011 la Libia di Gheddafi: sembra abbastanza difficile sostenere che siamo in presenza di una Alleanza difensiva. Possiamo consolarci tornando al principio di non contraddizione rifiutato da Leopardi, Freud, Heidegger e persino da Fëdor Dostoevsckij, ma ci basti sapere che questo mondo “nuovo” si basa sulle contraddizioni del presente e del passato, ragione per la quale non serve proprio a nulla negare la verità. Anzi, lasciatemi dire che la verità è l’unica scorciatoia verso la pace. Nell’opera “I Fratelli Karamazov” Dostoevsckij scrive: “Colui che mente a se stesso e dà ascolto alla propria menzogna arriva al punto di non saper distinguere la verità né dentro se stesso, né intorno a sé e, quindi, perde il rispetto per se stesso e per gli altri”.
gianfrancofisanotti@gmail.com UNA NUOVA CRISI SI AFFACCIA ALL’ORIZZONTE. I postumi del Covid, che ha spento oltre 165 mila vite preziose solo in Italia, si fanno ancora sentire: al ritmo di almeno 100 decessi al giorno, la curva delle perdite aumenta mediamente di oltre 3.000 unità mensili. Questa situazione gravissima sta passando sotto traccia come se fosse normale registrare sempre nuovi lutti da Covid solo a livello di enumerazione, mentre la gente vive il “tutto libero ed aperto” come se gli eventi luttuosi riguardassero altri tempi ed altre Nazioni. Di mascherine in giro se ne vedono davvero poche e sembra quasi normale leggere le statistiche dei caduti come se si trattasse di una postilla agli elenchi dell’anagrafe. Contestualmente, una pandemia economica, che ha raggiunto livelli davvero tragici, soffoca e distrugge ogni minimo progresso economico dell’Italia con la tradizionale penuria di materie prime, il caro energia, le chiusure di molte – troppe – infrastrutture ricettive e turistiche, il calo degli investimenti produttivi, l’aumento dei disoccupati, il ricorrente ritardo nelle politiche energetiche alternative, la crisi profonda del settore agricolo, il turismo stritolato sia dalle attese che dalle pretese, l’aggressione e la penetrazione su tutto il territorio nazionale di impeti malavitosi ed una incertezza ormai cronica nelle scelte del Governo sempre più diviso e divisivo proprio sul futuro da riservare agli Italiani. Sullo sfondo, quasi incorniciata, la guerra in corso che punisce l’Europa dopo 80 anni di pace, di solidarietà, di amicizia e di collaborazione ed una Europa che non c’è, che non ha né una politica estera né una difesa comune ma che, in compenso, alimenta il conflitto in corso con l’invio di armi sempre più aggressive. Il Governo della Repubblica litiga su tutto, anche in vista delle prossime elezioni amministrative e regionali che sfaldano sia le alleanze di destra che quelle di sinistra. Questo è il risultato di una legge elettorale che non garantisce né i vinti né i vincitori: è facile prevedere che anche la consultazione referendaria riceverà risposte del tutto insufficienti perché i cittadini sono delusi dalla politica e preferiscono, purtroppo, stare lontani dalle urne. gianfrancofisanotti@gmail.com;