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In Breve

| 08 agosto 2021, 12:00

FARE UNA BUONA FINE

Block Notes è una rubrica settimanale promossa dall’associazione Comunque Valdostani con l’obiettivo di avvicinare i Cittadini al Palazzo e aprire il Palazzo ai Cittadini. L’Associazione Comunque Valdostani ringrazia il Sindaco di Aosta, Gianni Nuti, che con entusiasmo ha aderito alla proposta

FARE UNA BUONA FINE

Di un film, di una buona musica si coglie il significato pieno solo alla fine. Certo, un buon incipit è fondamentale per attirare attenzione e segnare il confine tra una dimensione reale e una immmaginaria, l’evoluzione della trama serve a dipanare un filo di senso e di stati emotivi fluttuante e vario, innervato dal fascino per l’intrigo. Ma solo all’epilogo sapremo se è andata bene, se il viaggio è stato ricco e il tempo ha scolpito forme nuove nelle quali ci riconosciamo.

Così va la nostra vita: ogni esperienza diventa memorabile nella misura in cui ha un inizio spiccato ed emozionante e si trasforma nel tempo consentendoci di adattare comportamenti e umori ad ogni cambiamento secondo un gioco di equilibri tra il restare ciò che si è e il vedersi cambiare (rivelandoci a noi stessi) con appropriatezza.

Ma, soprattutto, finisce bene.

Qualche giorno fa è venuta Nora nel mio ufficio. Minuta, composta e alimentata da una vitalità giovane e misurata, è entrata con una postura retta ma non altezzosa, piuttosto specchio di una condotta morale incarnata: la rettitudine. Gli occhi scuri di pienezza, non di gravità o vuoto, traspiravano una sincera, esperta gioia di vivere, difficile da trovare in mezzo a una corona di capelli bianchi…

Nora va in pensione.

Dopo trentatré anni di servizio alla Azienda di Pubblici Servizi, chiude in un agosto fresco e piovoso – quasi marzolino – questo capitolo lungo della sua storia di vita. La qualità del suo congedo getta una luce chiara sulla sua carriera di impiegata, rivela uno stile, descrive un clima interiore e d’ambiente intorno alla persona.

-     Sono venuta per salutare, ringraziare ed esprimere un sentimento che è anche una pena.

-     Sono io che ringrazio lei, ma quale pena?

-     Soffro da troppo tempo nel sentire denigrare l’azienda in cui ho vissuto per molti anni che non merita d’essere rappresentata a tinte così fosche: questa realtà produttiva è fatta di persone, la gran parte delle quali votate con sincera dedizione al bene della collettività, operose e piene di volontà.

Non ho dubbi sul fatto che Nora abbia ragione e che l’immagine di una partecipata pubblica coincida, nell’immaginario collettivo, a un carrozzone inutile e autoreferenziale alimentato dal politico trafficone, dedito principalmente a crearsi un piccolo ma capiente impero di consensi edificato secondo rozze tecniche clientelari piuttosto che ad amministrare.

E allora cominciamo da Nora e dalla sua testimonianza: un esempio di come imparare un mestiere, assumere un ruolo e una serie di funzioni necessarie alla vita di molti altri, di come aggiornare le proprie conoscenze man mano che il mondo cambia e insegnare alle nuove generazioni i propri saperi, perché non sono strumenti di potere ma forme di dono.

E raccogliamo il suo testimone svolgendo un compito: creare le condizioni affinché l’amorevolezza con la quale lei ha compiuto la missione che le era stata affidata e che traspare ancora dalla luce dei suoi occhi scuri permei ogni ufficio di cui la sua, la nostra azienda è composta e diventi trasparente per tutti i cittadini come una forza pacifica e silenziosa divenuta fonte di benessere per tutti.

Portare a compimento un’opera non è solo faccenda d’artisti, ma di ciascuno di noi quando riusciamo a dare una forma al nostro vivere che ci faccia dire, alla fine: è tutto giusto.

Nora ce l’ha fatta e, per ciò, non fa coincidere una fine con una morte, ma con un inizio: ha regalato alla cittadinanza un albero, sapendo quanto amiamo questa creatura, un Pinus Flexilis, un pino agile, capace di crescere forte e di adattarsi a molte terre, a superfici differenti invitandoci a far fiorire una vita di servizio modellando i nostri rami, le nostre fronde alle persone e alle cose che ci stanno intorno e che ispirano le nostre forme del pensiero e dell’azione.

Ora tocca a noi.

Gianni Nuti

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