Ai tempi del Covid invochiamo ancora l’antifascismo? Qualcuno potrebbe dire che è necessario ricordare, ma altri potrebbero giustamente dire altrettanto che è "più necessario” ricordarsi di chi ha la propria attività chiusa e sembra non avere futuro. Non che ci si aspettasse tanto di più di quello che si è potuto leggere, ma nella nostra sezione qualcuno ha condiviso con noi tutta la sua perplessità. Un documento di presentazione che sa di vecchio e non sembra neppure scritto da chi lo ha firmato.
Un documento, cara Présidente in pectore che sa davvero di vecchio e lancia i soliti segnali politicanti che parlano tanto di base ma portano in sé i desideri di chi ora sta comandando. Ha senso blaterare, come da anni, sul futuro della base, la condivisione delle idee, il domani se poi nulla si dice di concreto su cosa succederà prossimamente? Che fine hanno fatto gli aiuti e le prospettive dell’UV per questa Valle sempre più abbandonata da chi l’ha governata (e la governa) da una vita?
Si agita come sempre il pericolo dei “partiti nazionali”, degli alieni esterni, quando poi i virus li produciamo internamente, in silenzio e in totale omertà. Perché così è: non una parola sulla ’Ndrangheta.
Ma si sa che qui nessuno è fesso e nell’aria già pare che nelle prossime settimane ci saranno importanti novità che potrebbero catapultare la Présidente in seno al Consiglio. E quindi? Che ne sarà di quelle belle paginette che sanno già di vecchio e nulla dicono?
Ci troveremo così, per la seconda volta, un presidente eletto che poi finirà per dimenticarsi del movimento che però (a dir loro) è sempre così centrale. Sarà anche ma il risultato di ottobre più che confermarne la centralità, ne ha salvato i nuovi poteri guida, senza però garantire una vera governabilità. Eh sì, perché a pochi mesi dalle elezioni siamo punto e a capo con l’alleato tanto fedele ai biscottini gusto pelle di poltrona.