Qualcuno dice che le ritirate dimissioni del reggente di casa UV altro non siano che un alterco tutto interno alla corrente di Saint-Martin sul futuro del Mouvement. C’è un punto su cui la base non si è ancora espressa: reUnion sì, reUnion no? Meglio dirlo in altri termini, perché la base dovrà capire se sia il momento e il caso di riabbracciare chi se ne andò sbattendo la porta e che oggi sta in Alliance e VdA Unie.
Una delle causa delle dimissioni di Follien, infatti, pare che siano stati i tempi ed i modi che a Palazzo si stanno concretizzando per riportare a casa quanti siedono tra i banchi del 14, ma non sono più iscritti da tempo al gruppo UV. Una manovra che però stava organizzando soltanto chi oggi siede a Place Deffeyes e su cui in tanti nel Mouvement vorrebbero dire la loro.
Come diceva, infatti, un vecchio dirigente unionista qualche giorno fa nell’androne del secondo piano di Palazzo: siamo davvero sicuri che chi ha votato UV voglia condividere nuovamente la propria tessera con Caveri e Chatrian?
Domanda sicuramente lecita. Tra le motivazioni (non scritte e non dette) del ritiro delle dimissioni c’è anche questo fatto ovvero che la reUnion sia decisa dal prossimo Congrès e che non sia gestita come una ardita manovra di Palazzo con il solo obiettivo di “semplificare” l’attuale quadro politico in vista anche delle prossime perturbazioni.