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Speciale Saison Culturelle | 21 novembre 2019, 20:00

La strana coppia Igudesman & Joo abbatte gli steccati musicali

Il duo di violino e pianoforte in scena domenica 24 allo Splendor in Play it again per la sezione Musica classica della Saison culturelle

Il duo Igudesman & Joo

Il duo Igudesman & Joo

C’era una volta La strana coppia. Non quella di un programma televisivo estivo, ma quella autentica, nata a Hollywood e portata al successo sul grande schermo da Jack Lemmon e Walter Matthau.

Igudesman & Joo, in scena per la sezione Musica classica della Saison culturelle domenica 24 novembre alle 21 allo Splendor di Aosta, sono i veri eredi in musica di quella coppia irripetibile. Aleksey Igudesman è l’alter ego di Jack Lemmon: romantico e sensibile, lo immaginiamo anche facile alla lacrima. Hyung-ki Joo è invece istrionico, vulcanico, probabilmente propenso al cinismo, contrariamente al suo sodale.

Il primo è russo, il secondo è anglo-coreano, ma la loro origine è solo un dato statistico e anagrafico in quanto la loro musica è davvero world music e non prevede barriere geografiche, etniche, topografiche o stilistiche. Il primo suona il violino, il secondo il pianoforte. Sono dei fenomeni, dei virtuosi dei rispettivi strumenti e nel loro caso la considerazione è dirimente e decisiva, e non semplicemente tecnica, perché Igudesman & Joo sono impegnati nel difficilissimo compito di prendere in giro gli stereotipi delle sale da concerto e di abbattere gli steccati della musica.

Dissacrare è la loro missione e puoi svolgere tale compito solo se sei davvero bravo, solo se sei inattaccabile da un punto di vista tecnico, solo se sei credibile. Il loro nuovo spettacolo si intitola Play it again e sembra voler richiamare la filosofia di quello precedente, A Little Nightmare Music, più che i ricordi di un pianista nero a Casablanca.

Entrambi gli show hanno il comune obiettivo di stravolgere l’approccio serioso, grave e compunto di certe sale da concerto e di rendere protagonista assoluta la musica, che è portata a livelli espressivi notevolissimi e per certi versi inavvicinabili. Alla fine quindi non di incubo si tratta, ma di una piccola rivoluzione che prevede la commistione di Mozart con i Beatles, di Rachmaninoff con la musica leggera proprio con lo scopo, come si diceva sopra, di prendere in giro gli stereotipi delle sale da concerto e di abbattere gli steccati della musica.  

red. spe./ab

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