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FEDE E RELIGIONI | 02 gennaio 2015, 09:30

PAPA: Occhi per il cieco piedi per lo zoppo

PAPA: Occhi per il cieco piedi per lo zoppo

«Occhi per il cieco» e «piedi per lo zoppo»: in questa immagine, ripresa dal libro di Giobbe (29, 15), Papa Francesco ha racchiuso la missione di quanti vivono accanto ai malati testimoniando «la dimensione della gratuità, del prendersi cura, del farsi carico dell’altro».Nel messaggio per la ventitreesima giornata mondiale del malato — che si celebra il prossimo 11 febbraio — il Pontefice richiama «la sapienza del cuore» come «atteggiamento infuso dallo Spirito Santo nella mente e nel cuore di chi sa aprirsi alla sofferenza dei fratelli e riconosce in essi l’immagine di Dio».

In particolare il vescovo di Roma sottolinea che il servizio ai sofferenti è un «grande cammino di santificazione», perché «il tempo passato accanto al malato è un tempo santo» e ha «un valore speciale», soprattutto in un’epoca in cui si vive «assillati dalla fretta, dalla frenesia del fare, del produrre». Per Francesco, dunque, «la carità ha bisogno di tempo». E «la vera carità — ricorda — è condivisione che non giudica, che non pretende di convertire l’altro; è libera da quella falsa umiltà che sotto sotto cerca approvazione e si compiace del bene fatto». Ribadendo che i malati «grazie alla nostra vicinanza e al nostro affetto, si sentono più amati e confortati», il Papa mette in guardia dalla «grande menzogna» nascosta «dietro certe espressioni che insistono tanto sulla “qualità della vita”, per indurre a credere che le vite gravemente affette da malattia non sarebbero degne di essere vissute».

In realtà, assicura, «anche le persone immerse nel mistero della sofferenza e del dolore, accolto nella fede, possono diventare testimoni viventi di una fede che permette di abitare la stessa sofferenza, benché l’uomo con la propria intelligenza non sia capace di comprenderla fino in fondo».

o.s.

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