I resti dell'antica fonderia di Trèves, la zona di coltivazione, ma anche alcuni edifici come l'abitazione del sorvegliante, i dormitori, la forgia e i depositi degli esplosivi: sono le costruzioni che entro il 2015 saranno riqualificate a fini turistici nel sito minerario di Serviette a Saint-Marcel, in Valle d'Aosta, dove sarà possibile visitare anche due gallerie.
La miniera di pirite e calcopirite fu sfruttata sino alla caduta dell'Impero romano e rimase abbandonata fino alla fine del diciassettesimo secolo, quando una grossa frana riportò alla luce alcuni imbocchi. Diversi concessionari subentrarono poi nella coltivazione nei due secoli successivi, prestando più attenzione al guadagno immediato che alla sicurezza, utilizzando tecniche di coltivazione che pregiudicarono la stabilità del sotterraneo. In quest'epoca si cercò di ricavare rame dal minerale estratto. Nonostante il continuo avvicendamento di diversi concessionari, nel ventesimo secolo la miniera iniziò a essere sfruttata in modo più attento e furono realizzate importanti opere esterne come teleferiche per il trasporto del minerale, ricoveri per i minatori, impianti per il trattamento, depositi, forge, depositi per l'esplosivo e per i detonatori. La crisi del mercato del rame e lo sviluppo del procedimento per la fabbricazione dell'acido solforico a partire dalla pirite, mutarono i piani produttivi dei concessionari che privilegiarono progressivamente l'estrazione di materia prima per la produzione di fertilizzanti sintetici e esplosivi. L'ultima fase della storia della miniera inizia nel 1935 con l'arrivo della Società Anonima Costruzioni A. Brambilla di Milano. La società razionalizzò la coltivazione cercando di rimediare alle precarie situazioni di stabilità del sotterraneo dovute alle metodologie di coltivazione utilizzate precedentemente.
Fu anche introdotto l'utilizzo dell'energia elettrica e dell'aria compressa, necessarie alla meccanizzazione della coltivazione, fino ad allora condotta esclusivamente con strumenti manuali; furono inoltre ripristinate le teleferiche e costruiti nuovi alloggi a Chuc - la parte più recente della miniera - per le maestranze e il direttore. Il cantiere di Chuc proseguì le attività fino al 1959 quando le condizioni di mercato non permisero più una redditizia attività di estrazione della pirite, fino alla chiusura definitiva nel 1967. La storia della miniera sarà presentata nel centro di documentazione realizzato all'interno di alcuni locali dell'edificio comunale. Qui saranno illustrati in modo semplice ma esaustivo i principali aspetti storici, produttivi e culturali del sito minerario, che si colloca nelle vicinanze dell'area picnic di Les Druges ed è raggiungibile percorrendo la strada poderale o il vecchio percorso seguito dalle slitte che venivano utilizzate in passato per il trasporto del minerale. Entrambi i percorsi hanno pendenze modeste e risultano facilmente percorribili.
Due le gallerie che sarà possibile visitare nella miniera di Serviette: la 1815, dove è ben visibile il banco mineralizzato di pirite con un andamento piuttosto tortuoso e la San Giacomo, nota anche per la presenza di testimonianze relative alla fabbricazione di macine, di pregevole fattura e molto rinomate nel passato. Questo livello è caratterizzato dalla presenza di un ampio camerone e di un percorso ad anello. Messe in sicurezza e attrezzate con un'illuminazione artificiale, le gallerie ospiteranno anche alcune testimonianze di attrezzature e vestiari in dotazione ai minatori e saranno attrezzate con dispositivi multimediali per facilitare la visita. Il piazzale della galleria 1815 ospiterà la ricostruzione di una decauville del tutto simile a quella originale, a cui verrà abbinata la riedificazione, in modo statico, dell'originaria teleferica. Tutto il percorso, studiato secondo la sequenza logica originaria dell'attività mineraria, disporrà di una cartellonistica per fornire indicazioni a carattere naturalistico e minerario. E' tuttora in fase di valutazione la possibilità di recuperare e rendere accessibile anche al turista diversamente abile una terza galleria, la San Giuseppe, il cui raggiungimento dalla strada poderale è decisamente comodo.



