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In Breve

| 17 aprile 2020, 13:55

Panta Rey vs Panta Rey

RESTIAMO A CASA - Cari valdostani, #iorestoacasa. Fatelo anche voi, per favore

Panta Rey vs Panta Rey

In un momento dove tutti criticano tutto, politici smentiscono i tecnici e i tecnici polemizzano con i politici, i sanitari controbattono agli scienziati e gli scienziati contraddicono i sanitari, i giornalisti obiettano agli statistici e gli statistici correggono i giornalisti, ecc ecc ecc….. io mi porto avanti con il lavoro e mi contesto in tutta autonomia.

Perché, rileggendo le mie recenti riflessioni, il bucolico ottimismo pre-pasquale ha ceduto il passo a un mesto pessimismo sull’oggettività dei fatti. Quando cioè parlavo con fierezza del senso di responsabilità dei valdostani, sebbene questa parola nella sua ipocrisia mi sia venuta ormai alla nausea, non mi rendevo conto del fremito di insofferenza che serpeggia ormai anche nella nostra piccola realtà. Mentre “l’orgoglio italiano” si fa continue meschine figuracce con grigliate sui tetti e astuzie di ogni genere per aggirare le restrizioni anti contagio, nel nostro piccolo non ci facciamo mancare nulla.

Chi non ha un vicino di casa che se ne esce bellamente tutti i giorni senza meta apparente, con l’aria di vantarsi della sua furberia? Chi non ha notato che in Aosta i cani a passeggio per “inderogabili bisogni” sono spesso accompagnati da due o più persone? Chi non ha visto, nel weekend di pasqua, assembramenti familiari intorno al barbecue con tanto di bambini e nonni appiccicati, abbracciati e sbaciucchiati?

Giorni fa (rientrando dal lavoro, sia chiaro), sostavo a un semaforo dietro ad un’auto della Guardia di Finanza e ho notato una ragazza che passeggiava tranquillamente, senza mascherina, senza borse della spesa né sacchetti della farmacia: alla vista della pattuglia ha fatto un rapidissimo dietrofront eclissandosi in un vicolo, chissà mai perché?

Mi rendo conto di parlare con un malcelato livore, ma a farlo sarà il rammarico di Panta Rey che crede nell’onestà dei suoi corregionali o Panta Rey che si rode dall’invidia per chi, più menefreghista, si gode il momento senza tante angosce?

Lo ammetto, è solo sana rabbia. Questi comportamenti mi sembrano frutto di un ignorante egoismo. Uno schiaffo a tutti quelli che lottano quotidianamente per la nostra salute e a tutti coloro cui rispettare le regole comporta sacrifici umani e psicologici e nonostante tutto vanno avanti con coraggio e determinazione. Non possiamo pretendere di più dalle forze dell’ordine che pattugliano il territorio. Anche loro, come tutti gli operatori che si fanno in quattro da mesi per salvaguardarci, non possono essere ovunque e non affidarsi al buon senso di ogni singolo individuo.

Che senso hanno i ringraziamenti, gli elogi, i cartelli e le bandiere esposti e l’appello costante all’orgoglio nazionale, se non sappiamo rinunciare ad una nostra piccola esigenza per il bene collettivo? Il mondo politico, a torto o a ragione, sta dando più attenzione all’emergenza economica che a quella sanitaria.

Ma tutti sono concordi nell’affermare che siamo ben lontani dall’essere al sicuro dal virus, nonostante i bollettini sempre più incoraggianti. Il compito di non vanificare gli sforzi fatti finora rimane dunque a noi, che dobbiamo resistere alla smania di tornare a una vita normale in spregio ad ogni forma di prudenza e smetterla di demandare ad altri una responsabilità che è soprattutto di ogni cittadino. Non è il momento di allentare la presa, né di dimostrare una leggerezza cui potremmo tutti pagare pegno.

Per cui, cari valdostani, #iorestoacasa. Fatelo anche voi, per favore.

Panta Rey

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