Aosta Capitale - 11 marzo 2021, 10:30

Aosta: Capitale del turismo senza bagni pubblici

Se ne parla poco ma rappresentano un’infrastruttura che migliorerebbe la vita dei cittadini, soprattutto quelli con meno possibilità ed i turisti. Le toilettes di troppi locali pubblici sono al limite della tolleranza igienica

Aosta: Capitale del turismo senza bagni pubblici

Recentemente Dario Ronzoni, giornalista del giornale on line Linkiesta ha trattato il problema dei bagni pubblici in America. Pur con le debite proporzioni il problema è comune ad Aosta, Città turistica e recentemente anche capitale dello sport (decaduta per la fatiscenza degli impianti e delle strutture, ndr). 

E’ un dato di fatto che le toilettes pubbliche di Aosta lasciano desiderare tanto che quando le vedi ti passa lo stimolo o entri in bar chiedi una caffè e ti apparti, o vai alla Cidac o vai al Carrefour o vai alla toilette della stazione sempre pulita e linda (l’unica cosa che funziona delle ferrovia valdostana, ndr.). C'è da dire, inoltre, che le toilettes di troppi locali pubblici sono al limite della tolleranza igienica (materia per i Nas, ndr).

Spiega Ronzoni: “Quando si parla di nuove infrastrutture, i pensieri vanno a ponti, autostrade e impianti elettrici. Tutte cose importanti e da mettere ai primi posti”. Ma Aosta, come gli Stati Uniti, hanno un importante problema di bagni pubblici.

Un tempo c’era, in piazza San Francesco, il mitico cesso di Severino Caveri, modernizzato poi in diurno con gli annessi servizi di igiene personale: barba, doccia e quant’altro oltre alle turche, i moderni wc.

Poi sono arrivatii vespasiani e poi le cabine toilettes. Ma il problema è notevole e le conseguenze davvero deprecabili che interessano il decoro urbano, la decenza e l’igiene pubblica.

Molte persone, soprattutto senzatetto, si trovano costrette a soluzioni estreme. Si riparano tra le automobili, cespugli secchi, angoli, viuzze, trasformando la  città in una latrina alimentata anche dagli escrementi dei cani. Sarebbe antipatico elencare le vie il cui toponimo potrebbe essere modificato in Latrina 1, Latrina 2 e via dicendo.

(Nella foto la toilette di piazza Plouves è inaccessibile, come lo stadio Puchoz, e per giunta si mangia la moneta da 50 cenetsime necessaria per utilizzare il servizio)

Se poi andiamo in periferia la situazione è ancora peggiore. Quartiere Dora, Quartiere Cogne, Quartiere Europa dove dicono è stata inaugurato il più importante museo d'Europa, in paizza Roncas e via dicendo. Per non citare le frazioni che sono un tutt'uno con la città.

Se si va a passeggiare nei parchi e ti scappa te la tieni o ti nascondi dietro un cespuglio se sei donna o dietro un albero se sei uomo. Se c’è la toilette il 99,9 percento è inagibile o fa ribrezzo.

Spiega Ronzoni: “In 13 Stati americani urinare in pubblico è equiparato a un reato sessuale. In Florida un uomo è stato allontanato da casa sua, vicina a un parco, perché, 19 anni prima, si era liberato in pubblico. È considerato un molestatore sessuale e perciò non può vivere vicino a parchi pubblici”.

Sono paradossi ma i bagni sono una questione umanitaria. Pensiamo solo quando riprenderanno le gite scolastiche o arrivano le comitive di anziani la cui tenuta fisiologica è quanto mai precaria.

Certo, gestire le toilettes non è facile: devono essere tenute pulite, sorvegliati, mantenuti in funzione come tutte le infrastrutture. Occorre evitare che radunino spacciatori intorno e prostitute. Sono impegnativi e costosi. E anche le indicazioni devono essere  ben visibili lungo tutti percorsi turistici indicandone la distanza da punto in cui la persona ha l’impellente esigenza.

Il  grado di sviluppo di un Paese si misura anche dalla salute dei bagni pubblici. La Giunta Nuti si impegni a migliorare la vita di tutti, partendo anche dai bisogni più comuni e indicibili è un segno di attenzione e di cura.

L'Epico Cesso di Luigi Nicola Gerbore per capire l’oggi

pi.mi.

SU