CRONACA - 30 dicembre 2025, 16:22

Autostrade in aumento: un’altra beffa italiana e la Valle d’Aosta paga il conto più salato

Partiamo da una verità scomoda: le autostrade della Valle d’Aosta sono già le più care d’Italia. E mentre cittadini e pendolari si preparano all’ennesimo salasso dei pedaggi dal 1° gennaio 2026, il governo Meloni – quello delle “cose da fare” – latita e scarica la responsabilità su sentenze e Autorità varie. Ma la gente vuole risposte, non alibi

Autostrade in aumento: un’altra beffa italiana e la Valle d’Aosta paga il conto più salato

Si dirà che è l’inflazione, che è l’adeguamento automatico, che “non si poteva fare altrimenti”. Ma qua non stiamo parlando di un aumento fisiologico di un caffè al bar: stiamo parlando di una delle voci di costo più impattanti per chi si muove ogni giorno, per chi lavora, per chi trasporta merci. E per noi valdostani, già tartassati da pedaggi tra i più cari in assoluto (grazie anche alla famigerata A5), questo nuovo rincaro dell’1,5% in media è semplicemente l’ennesimo pugno nello stomaco.

Il governo Meloni, con la stessa determinazione con cui difende gli interessi delle concessionarie, si è ben guardato dal intervenire seriamente per tutelare gli utenti. Invece di imporre regole chiare e vincolanti, si affida a “decisioni della Corte Costituzionale” e al parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti come se fossero slogan da campagna elettorale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: pedaggi più alti, autostrade italiane meno competitive e viaggiatori sempre più spennati.

E non parliamo delle tabelle di rincaro: un codice burocratico che serve solo a nascondere il fatto che stiamo pagando di più per servizi che, spesso, latitano in termini di manutenzione e sicurezza. È una vergogna nazionale che chi guida in Valle d’Aosta conosce fin troppo bene.

Questo governo poteva scegliere la strada della responsabilità politica — ad esempio, rinegoziare i piani economico-finanziari, imporre tetti di spesa, rivedere i contratti di concessione per una maggiore equità tariffaria — ma ha preferito voltarsi dall’altra parte. Risultato? Un aumento generalizzato dei pedaggi che graverà su lavoratori, famiglie e imprese già schiacciate da bollette, carburante e un costo della vita fuori controllo.

Basta con le scuse: chi governa deve difendere i cittadini, non le lobby delle grandi infrastrutture.

Elenco delle autostrade e percentuali di aumento dei pedaggi dal 1° gennaio 2026 (tratto dai dati ufficiali del MIT e dell’ART)

Ivrea-Torino-Piacenza: -1,35%

Autostrade per l’Italia: +1,50%

Brennero: +1,46%

Brescia–Padova: +1,50%

Autovia Padana: +1,50%

Salt – Tronco Autocisa: +1,50%

Concessioni del Tirreno – Tronco A10: -3,61%

Concessioni del Tirreno – Tronco A12: -6,30%

Consorzio Autostrade Siciliane: +1,50%

Autostrade Alto Adriatico: 0,00%

Milano-Serravalle: +1,50%

Tangenziale di Napoli: +1,50%

Rav: +1,50%

Sat: +1,50%

Salerno–Pompei–Napoli: +1,925%

Satap A4: +1,50%

Ivrea-Torino-Piacenza – Tronco A21: -8,03%

Sav: +1,50%

Sitaf: +1,50%

Fiori – Tronco A6: +1,50%

Cav: +1,50%

Strada dei Parchi: 0,00%

Asti–Cuneo: +1,50%

Pedemontana Lombarda: +1,50%

TE (Tangenziale Est?): +1,50%

Brebemi: +1,50%

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