CRONACA - 21 dicembre 2025, 17:41

Scialpinista infortunata a quota 2200 metri nella Valle del Gran San Bernardo; soccorsi senza elicottero

Un pomeriggio di nuvole basse e vento teso sul Gran San Bernardo si trasforma in una corsa contro il tempo. Niente elicottero, solo uomini, esperienza e mezzi di fortuna: così il Soccorso Alpino Valdostano ha riportato a valle una scialpinista ferita, dimostrando ancora una volta che, anche quando il cielo dice no, la macchina del soccorso non si ferma

foto CUS Vda

foto CUS Vda

La montagna, quando decide di farsi severa, non avvisa. Nel primo pomeriggio, poco dopo le 14.00, nella zona di Flassin, sopra il Gran San Bernardo, il silenzio ovattato della neve viene rotto da una chiamata alla Centrale Unica del Soccorso. Un gruppo di scialpinisti italiani è in difficoltà: una donna è caduta, la gamba non regge più, il dolore è forte, la quota è quella che non perdona distrazioni, circa 2200 metri.

Il tempo, però, gioca subito la sua partita più sporca. Nuvole basse, visibilità ridotta, condizioni meteo che chiudono ogni spazio all’elicottero. Nessun verricello, nessuna scorciatoia dal cielo. Si va a piedi. Come una volta. Come si fa quando conta davvero la competenza.

Parte così la macchina del Soccorso Alpino Valdostano. Tecnici esperti, una unità della stazione SAV della Valpelline, il medico. Gente che la montagna non la sfida, la conosce. Intanto il comprensorio di Flassin mette a disposizione un gatto delle nevi: non è un dettaglio, è il segno di una rete che funziona, di professionalità che si incastrano senza protagonismi.

L’avvicinamento è lento, ragionato, fatto di scelte continue. Ogni metro guadagnato è tempo tolto al dolore e alla paura. Poco dopo le 15.30 la squadra raggiunge il gruppo. La donna viene stabilizzata, immobilizzata, caricata in barella. Non ci sono gesti teatrali, solo quelli giusti. Quelli che si imparano con anni di formazione, interventi, freddo nelle ossa e responsabilità sulle spalle.

Il rientro a valle avviene via terra, con il supporto del gatto delle nevi. Poco prima delle 17.00 l’intervento si chiude. La paziente viene consegnata al personale sanitario del 118 e trasferita in Pronto Soccorso, dove è ora in fase diagnostica e riceve le cure necessarie. I compagni di escursione vengono accompagnati ad Aosta.

È una storia senza clamore, come tante. Ma è proprio in questi pomeriggi difficili, senza elicotteri e senza scorciatoie, che si misura il valore vero del Soccorso Alpino Valdostano: una struttura che non si ferma davanti al maltempo, che lavora in silenzio e che, quando la montagna presenta il conto, risponde sempre con la stessa moneta. Competenza, organizzazione e umanità.

pi.mi.

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